Sahara occidentale, 13 gennaio 2024 - Il Comitato Saharawi per i dipendenti e i lavoratori Saharawi, che sono stati arbitrariamente licenziati dallo Stato marocchino, ha condannato la continua politica di ritorsioni del regime marocchino contro difensori e attivisti che difendono il diritto all'autodeterminazione del popolo sahrawi.
In una dichiarazione, il comitato per i diritti umani Saharawi ha sottolineato che l'occupazione marocchina persiste nella sua politica di vendetta contro i difensori dei diritti umani e gli attivisti Saharawi isolati a causa delle loro attività contro l'occupazione. Ha evidenziato i recenti abusi nei confronti dei difensori dei diritti sahrawi nella città occupata di Laayoune a causa della loro protesta pacifica contro le restrizioni e le violazioni dei loro diritti, come parte della politica di ritorsione che le autorità marocchine di occupazione stanno perseguendo contro i difensori dei diritti umani.
In particolare, il comitato ha condannato l'arresto e la detenzione arbitraria di diversi difensori dei diritti umani, tra cui l'attivista per i diritti delle donne Sultana Khaya, che è stata rilasciata dopo una settimana di detenzione. Il comitato ha anche denunciato le minacce e le intimidazioni subite da altri difensori dei diritti umani, che sono stati costretti a vivere in esilio per evitare ulteriori repressioni.
Il comitato per i diritti umani dei Sahrawi ha chiesto alla comunità internazionale un "intervento immediato" per fermare ogni forma di ritorsione da parte dello Stato marocchino contro i Sahrawi. Il comitato ha esortato la comunità internazionale ad assumersi la piena responsabilità nel consentire al popolo sahrawi di esercitare i propri diritti fondamentali, compreso il diritto all'autodeterminazione, alla libertà e all'indipendenza.
