Campi profughi saharawi, 11 agosto - Il Fronte Polisario ha ufficialmente deciso nella sua settima riunione ordinaria del suo Segretariato Nazionale, di tenere a fine dicembre il suo XVI Congresso Generale Ordinario.
Il Congresso sarà organizzato secondo i termini stabiliti dalla legge organica del Fronte Polisario, cioè nel suo triennio.
In questo contesto, Brahim Gali, attuale Segretario Generale, è il candidato con più opzioni per continuare a ricoprire la carica di Segretario Generale e Presidente della Repubblica Araba Saharawi Democratica.
Secondo diversi osservatori, la cosa più importante non è l'elezione di una nuova dirigenza del Fronte Polisario, o se il prossimo Congresso eleggerà un nuovo leader o Brahim Gali rimarrà in carica, ma quale posizione adotterà il Polisario riguardo al futuro del Sahara occidentale?
L'attuale situazione politica è molto difficile per la causa saharawi, segnata dalla guerra, dalla stagnazione del processo di pace a causa dell'intransigenza marocchina nel negoziare una soluzione che preveda l'autodeterminazione del popolo saharawi e la situazione mondiale.
La difficile situazione che attraversano i Saharawi nei campi profughi, il "malcontento" tra i giovani Saharawi e la situazione regionale, spingono a determinare l'opzione della guerra come unica via d'uscita.
Oltre all'attuale impasse in cui si trova il Piano di risoluzione delle Nazioni Unite, i Saharawi hanno un altro motivo di reclamo.
La vita nei campi è peggiorata a causa della riduzione degli aiuti umanitari a causa della "crisi globale", della chiusura dei posti di frontiera a causa della guerra e della crisi economica mondiale.
La sensazione generale tra i Saharawi è che Brahim Gali sia l'unico candidato alla presidenza, con enorme esperienza e abbia l'esplicito sostegno dei giovani dopo aver promesso loro durante il precedente Congresso di porre fine all'agonia di quel cessate il fuoco.
Sulla gestione della causa Saharawi da parte dell'attuale Segretario Generale del Fronte Polisario a livello esterno. Gali ha recentemente inviato al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, una lettera che riflette in modo chiaro e fermo la posizione del Fronte Polisario, affermando che l'opzione della lotta armata continua a essere la decisione migliore per conquistare l'indipendenza alla luce del situazione attuale segnata dall'intransigenza marocchina.
