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The Standard:"Il popolo Saharawi continuerà la sua lotta fino a quando non raggiungerà i suoi diritti legittimi, a qualunque costo"

Il Ministro degli Affari Esteri della RASD, Mohamed Salem Ould Salek, ha affermato che il popolo Saharawi continuerà la sua legittima lotta con tutti i mezzi legittimi, a qualunque costo, fino a quando non raggiungerà la sua libertà e indipendenza.

In un'intervista al quotidiano keniota The Standard, Salek, e in risposta a una domanda su quanto tempo impiegherà il popolo Saharawi a liberare il proprio territorio.

Ha assicurato che il popolo Saharawi, guidato dal Fronte Polisario, è determinato a combattere e continuare la loro lotta con ogni mezzo legittimo.

"Rimaniamo aperti a tutte le soluzioni pacifiche, ragionevoli e serie proposte dalla comunità internazionale, purché conformi al diritto internazionale e che garantiscano al popolo Saharawi il suo legittimo diritto alla libertà e all'indipendenza", sottolinea Salek. 

In merito alla ripresa della lotta armata, il ministro degli Affari esteri saharawi ha chiarito che "è stato il regime marocchino a imporre la guerra".

"Se la guerra è l'unico modo per risolvere il conflitto, è nostro dovere combattere quella guerra ed è quello che stiamo facendo", aggiunge il Ministro Saharawi.

In risposta a una domanda sullo status quo dopo la ripresa della lotta armata il 13 novembre 2020, il capo della diplomazia saharawi ha confermato che la situazione in generale è uno stato di guerra dopo che il Marocco ha palesemente violato il cessate il fuoco firmato tra le due parti sotto l'egida delle Nazioni Unite nel 1991.

Il ministro saharawi ha sottolineato che d'allora l'esercito saharawi ha lanciato quotidianamente attacchi militari contro le trincee e le postazioni delle forze nemiche lungo il muro della vergogna.

Mentre il Marocco continua a nascondere all'opinione pubblica interna la realtà della nuova guerra. Non solo, aggiunge Salek, la stessa ONU si vergogna che ci siano scontri armati, ma è riluttante ad affrontare pubblicamente la questione.

In merito agli sforzi compiuti dall'Unione Africana e dalle Nazioni Unite per risolvere il conflitto, il ministro degli Esteri saharawi ha spiegato che “l'Onu ha nominato un nuovo inviato personale, lo svedese-italiano Staffan De Mistura. 

Quanto all'Unione Africana, aggiunge il ministro saharawi, l'organizzazione continentale segue con grande preoccupazione la situazione.

La sollevata negli ultimi due o tre anni a diversi livelli, principalmente a livello delle Nazioni Unite, l'Assemblea Generale, le sessioni del Consiglio di sicurezza e vertici dell'Unione africana.

Ha anche affrontato il conflitto a livello di Consiglio per la pace e la sicurezza nel marzo 2021 presieduto dal Kenya, in una riunione che ha preso una decisione molto importante chiamando il due parti, il Regno del Marocco e la Repubblica Saharawi, ad avviare negoziati diretti. 

Riguardo alle possibilità di porre fine al conflitto, il ministro degli Affari esteri ha indicato che non c'è altra alternativa che rispettare il diritto inalienabile del popolo Saharawi.

https://www.standardmedia.co.ke/africa/article/2001438169/western-sahara-wont-give-up-fight-for-freedom

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