New York (Nazioni Unite), 17 ottobre 2025 – Nel corso degli attuali dibattiti della Quarta Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Questioni Politiche Speciali e di Decolonizzazione), la Repubblica di Namibia ha elevato una voce ferma in sostegno al diritto inalienabile del popolo saharawi all'autodeterminazione e alla libertà. La nazione africana ha vigorosamente sottolineato l'obbligo legale delle Nazioni Unite di assicurare giustizia e libertà al popolo del Sahara Occidentale, in stretta conformità con la Carta delle Nazioni Unite e le risoluzioni pertinenti sulla decolonizzazione.
Illegittimità dello Sfruttamento delle Risorse:
Un punto centrale della dichiarazione namibiana ha riguardato la questione dello sfruttamento delle risorse naturali. La Namibia ha ribadito che qualsiasi accordo o intesa commerciale che coinvolga il territorio del Sahara Occidentale e sia concluso con terze parti senza il preventivo e libero consenso del popolo saharawi è da considerarsi illegale e nullo, in quanto violazione diretta del diritto internazionale.
Questa posizione, ha precisato la delegazione, è rafforzata dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea (CGUE) del 2016, 2022 e 2024. La dichiarazione ha lanciato un appello alla comunità internazionale: "Il continuo sfruttamento delle risorse naturali del Sahara Occidentale senza il consenso del suo popolo mina i principi di giustizia e il diritto internazionale. Invitiamo pertanto la comunità internazionale a schierarsi dalla parte giusta della storia, astenendosi da qualsiasi azione che perpetui o legittimi l'appropriazione illecita delle risorse saharawi".
Appello per un Impegno Internazionale Rinnovato:
Ricordando che sono trascorsi 50 anni dall'occupazione del Sahara Occidentale nel 1975, il rappresentante namibiano ha deplorato che il popolo saharawi rimanga ancora sfollato dalla propria terra e che il processo di decolonizzazione sia tuttora incompiuto.
La Namibia ha dichiarato di considerare il Sahara Occidentale come un territorio sotto occupazione e ha richiesto un rinnovato e deciso impegno internazionale, specialmente da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per proteggere i diritti e la dignità del popolo saharawi in linea con il principio di autodeterminazione. Ha inoltre evidenziato che la Quarta Commissione, in quanto parte del sistema ONU, detiene un imperativo morale e legale per tutelare i diritti dei popoli sotto dominio coloniale, ribadendo la sua responsabilità giuridica di garantire la giustizia al popolo saharawi.
Preoccupazione per l'Accesso dell'OHCHR e l'Unione Africana:
La delegazione namibiana ha espresso profonda preoccupazione per il persistente diniego di accesso ai territori occupati del Sahara Occidentale all'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR). Tali restrizioni a lungo termine hanno impedito la conduzione di valutazioni indipendenti sul campo. La dichiarazione ha sollecitato l'intero sistema delle Nazioni Unite, in particolare l'Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza, a intensificare gli sforzi per assicurare un accesso senza restrizioni all'OHCHR e a mantenere i principi di neutralità e stato di diritto in tutte le questioni riguardanti il territorio.
Infine, il rappresentante namibiano ha posto l'attenzione sugli sforzi dell'Unione Africana (UA), di cui sia il Marocco che il Fronte Polisario sono membri. Ha ricordato che il vertice dell'UA ha esortato le due parti a riprendere urgentemente i negoziati, senza precondizioni e in buona fede. La Namibia ha concluso il suo intervento invitando apertamente il Marocco a "fare la cosa giusta": consentire all'ultima colonia africana di esercitare pienamente il suo diritto all'autodeterminazione attraverso una risoluzione pacifica del conflitto.
