Sahara occidentale, 27 settembre 2025 – L’Osservatorio Sahrawi per le Risorse Naturali e la Protezione Ambientale (SONREP) ha condannato con fermezza la recente visita di una delegazione di imprenditori irlandesi nella città occupata di Dakhla, ospitati dalle autorità marocchine. L’organizzazione ha definito l’iniziativa una palese violazione del diritto internazionale e un tentativo di legittimare l’occupazione del Sahara Occidentale.
In una dichiarazione diffusa oggi, SONREP ha avvertito che promuovere investimenti stranieri nel territorio senza il consenso del popolo saharawi rappresenta una violazione del principio di sovranità permanente sulle risorse naturali e rischia di consolidare il controllo illegale del Marocco.
Secondo l’Osservatorio, tali pratiche non solo favoriscono il saccheggio delle ricchezze saharawi, ma causano anche gravi danni ambientali.
SONREP ha richiamato inoltre le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), che in più occasioni hanno stabilito che il Sahara Occidentale è un territorio distinto e separato dal Marocco, sottolineando che nessun accordo può applicarsi alle sue risorse senza l’esplicito consenso del popolo saharawi.
L’Osservatorio ha anche ricordato la storica posizione dell’Irlanda, da sempre a sostegno del processo di pace guidato dalle Nazioni Unite e del diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi. Per questo motivo, SONREP ha espresso profonda preoccupazione per il fatto che ambienti imprenditoriali irlandesi stiano ora intraprendendo iniziative che contraddicono le politiche ufficiali di Dublino e i principi del diritto internazionale.
Alla luce di questi sviluppi, SONREP ha:
- chiesto alle aziende irlandesi di ritirarsi immediatamente da qualsiasi attività economica nel Sahara Occidentale occupato;
- sollecitato il governo irlandese e l’Unione europea a vigilare affinché le imprese sotto la loro giurisdizione non contribuiscano a normalizzare l’occupazione;
- invitato le istituzioni internazionali a indagare e a chiedere conto a tutti i soggetti coinvolti nello sfruttamento illegale delle risorse saharawi.
«Solo il popolo saharawi ha il diritto sovrano di decidere l’uso della propria terra e delle proprie ricchezze naturali – conclude la dichiarazione –. Qualsiasi investimento effettuato senza il loro consenso è illegale, immorale e insostenibile».
