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Sahara Occidentale: La Repubblica Saharawi denuncia le gravi violazioni dei diritti umani all'83ª Sessione della Commissione Africana


Banjul (Gambia), 3 maggio 2025 - La Repubblica Saharawi ha portato con forza la questione delle persistenti violazioni dei diritti umani nei territori occupati del Sahara Occidentale all'attenzione della comunità internazionale. L'ambasciatore Malainin Lakhal, rappresentante permanente aggiunto della Repubblica Saharawi presso l'Unione Africana in Etiopia, ha rappresentato il suo paese alla sessione di apertura dell'83ª sessione della Commissione africana dei diritti dell'uomo e dei popoli (CADHP), tenutasi oggi a Banjul, capitale del Gambia.

La cerimonia inaugurale di venerdì 2 maggio, presieduta dal presidente della CADHP, ha visto la partecipazione di illustri figure africane impegnate nella difesa dei diritti umani, di un rappresentante del governo gambiano e di leader di istituzioni continentali, tra cui il Comitato africano sui diritti dell'infanzia. Importanti interventi video sono stati ascoltati dal Presidente della Commissione africana, dal Presidente del Parlamento panafricano, dal Presidente della Corte africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, dal rappresentante dell'Unione Europea per i diritti umani e da esponenti di altre organizzazioni competenti.

Nel suo discorso di apertura, il Presidente della CADHP ha lanciato un allarme sullo stato dei diritti umani nel continente, definendo l'Africa un "continente malato" afflitto da tragedie derivanti dalla mancanza di rispetto per i diritti umani e dei popoli. Ha inoltre sottolineato la rilevanza del tema annuale adottato dall'ultimo vertice dell'Unione Africana.

Successivamente, la sessione si è concentrata sulla situazione generale dei diritti umani in Africa. In questo contesto, l'ambasciatore Lakhal ha rilasciato una dichiarazione incisiva, delineando la gravità delle violazioni perpetrate nei territori occupati del Sahara Occidentale.

Il rappresentante saharawi ha esposto un quadro completo delle violazioni attribuite al Marocco, a partire dall'ostruzione al diritto inalienabile all'autodeterminazione del popolo saharawi, fino alle sistematiche violazioni dei diritti civili, politici, economici e sociali subite sotto l'occupazione.

Rivolgendosi direttamente alla Commissione e agli altri organi competenti dell'Unione Africana, l'ambasciatore Lakhal ha lanciato un appello pressante affinché si ponga fine alla "vergognosa indifferenza" verso la situazione nei territori occupati.

Ha insistito sulla necessità di un monitoraggio attento attraverso visite nei territori occupati, al fine di dare seguito alla missione conoscitiva della CADHP, ostacolata dal Marocco dal lontano 2013. Inoltre, ha sottolineato l'urgenza di ritenere lo Stato occupante responsabile dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità commessi quotidianamente contro la popolazione saharawi.

L'ambasciatore saharawi ha evidenziato la drammaticità della situazione, aggravata dall'escalation delle violenze marocchine contro i civili saharawi in seguito alla violazione del cessate il fuoco da parte dell'esercito di Rabat e al conseguente ritorno alla lotta armata da parte del popolo saharawi. Ha inoltre denunciato l'uccisione mirata di civili attraverso l'impiego di droni da parte delle forze armate marocchine.

L'83ª sessione aperta della Commissione africana sui diritti dell'uomo e dei popoli, inauguratasi venerdì 2 maggio, proseguirà per i prossimi dieci giorni, durante i quali un'ampia gamma di questioni relative ai diritti umani sarà affrontata attraverso sessioni speciali, seminari e dibattiti.

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