Campi profughi saharawi, 16 aprile 2025 - L'Ufficio del Segretario Generale del Fronte Polisario ha rilasciato oggi una ferma dichiarazione in risposta a un recente articolo pubblicato dal Washington Post. Il comunicato denuncia con veemenza e "palesi distorsioni" contenute nell'articolo del 12 aprile, in cui un giornalista tedesco di origine marocchina avrebbe tentato, "senza uno straccio di prova e con pretesti fasulli", di fabbricare accuse di terrorismo contro il Fronte Polisario.
Consapevole della "frenetica campagna di fallacie e distorsioni" orchestrata dal Marocco, specialmente negli ultimi mesi, per "raggiungere gli obiettivi della sua aggressione contro il pacifico popolo saharawi e diffondere la sua propaganda mendace", il Fronte Polisario e il Governo della Repubblica Saharawi hanno voluto ribadire con forza la loro posizione attraverso una dichiarazione ufficiale.
Nel documento si legge che il Fronte Polisario e il Governo della Repubblica Saharawi:
- Condannano con la massima fermezza i "vili tentativi e le palesi distorsioni" mirate ad associare il terrorismo alla "legittima lotta del popolo Saharawi per l'esercizio del suo diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza", un diritto riconosciuto dalla comunità internazionale attraverso organizzazioni e tribunali regionali e internazionali.
- Ricordano il loro pieno impegno nei confronti della Convenzione dell'OUA sulla prevenzione e la lotta al terrorismo, adottata ad Algeri nel luglio 1999 e ratificata dallo Stato Saharawi il 16 luglio 2005, con il deposito del relativo strumento di ratifica presso la Commissione Africana.
- Sottolineano l'adesione del Fronte Polisario, avvenuta il 23 giugno 2015, alle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 e al loro Protocollo Aggiuntivo I, in quanto movimento di liberazione nazionale impegnato nel rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario. Questa adesione, si legge nella dichiarazione, "indica che il Marocco, a prescindere da ciò che fa o rivendica, rimarrà una potenza occupante illegittima, priva di sovranità sul Sahara Occidentale, in conformità con le risoluzioni di legittimità internazionale."
- Lanciano una sfida diretta al Regno del Marocco e alle sue "numerose lobby" affinché accettino un'indagine congiunta, supervisionata dalle Nazioni Unite e dall'Unione Africana e condotta da esperti indipendenti, sugli attori regionali con legami diretti o indiretti con il terrorismo, incluse le reti di contrabbando e la criminalità transnazionale in cui sarebbero coinvolti agenti marocchini.
- Annunciano la loro decisione di avviare procedimenti giudiziari contro qualsiasi entità o persona che propaghi "deliberatamente o inavvertitamente, menzogne, accuse o disinformazione volte a offuscare la lotta incontaminata del popolo Saharawi", imputando loro, direttamente o indirettamente, l'accusa di terrorismo, e si impegnano a utilizzare tutti i meccanismi legali internazionali a tal fine.
- Denunciano la campagna orchestrata dal Marocco, "potenza occupante", e da coloro che la sostengono, apertamente o segretamente, con l'obiettivo di diffondere accuse infondate e di creare le condizioni per il mantenimento dell'occupazione illegale di vaste aree del territorio saharawi e per ostacolare l'esercizio della sovranità e degli inalienabili diritti all'autodeterminazione e all'indipendenza del popolo saharawi.
- Affermano con forza che "cinque decenni di conflitto saharawi-marocchino dimostrano inequivocabilmente che tutte le soluzioni che mirano a minare i diritti inalienabili e imprescrittibili del popolo saharawi all'autodeterminazione e all'indipendenza sono destinate a fallire", indipendentemente dalle "numerose cospirazioni" e dalle "accuse infondate" che le sostengono. La dichiarazione conclude ribadendo che "solo una soluzione giusta e duratura, basata sul rispetto della volontà del popolo saharawi, è la via per stabilire pace e stabilità nella regione."
La dura presa di posizione del Fronte Polisario evidenzia la crescente tensione nella regione e la determinazione del movimento saharawi a difendere la propria legittimità e a contrastare quella che definisce una campagna di disinformazione orchestrata dal Marocco. La richiesta di un'inchiesta internazionale indipendente rappresenta un tentativo di fare chiarezza sulle accuse e di smascherare eventuali legami con il terrorismo da parte di altri attori regionali.