Sahara occidentale, 6 marzo 2025 - Secondo quanto riportato da El Independiente, il Marocco ha concesso una licenza per l'esplorazione delle riserve di gas nelle acque del Sahara Occidentale occupato a un consorzio composto dalla società israeliana NewMed Energy, di proprietà del magnate Itshak Tshuva, e dalla società marocchina Adarco Energy, controllata dall'imprenditore Yariv Elbaz.
Questa concessione solleva gravi questioni legali, poiché il Sahara Occidentale è riconosciuto dall'ONU come un territorio non autonomo in attesa di decolonizzazione. Il Marocco lo occupa illegalmente dal 1976 e lo sfruttamento delle sue risorse senza il consenso del popolo saharawi rappresenta una violazione del diritto internazionale, come più volte ribadito dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE).
Dettagli dell'accordo e l'espansione israeliana nel Sahara Occidentale:
Alla fine di febbraio, il Marocco ha concesso 17 permessi di esplorazione offshore, estendendosi da Capo Bojador a Dakhla (ex Villacisneros), con una durata di otto anni. L'approvazione finale al progetto è stata data dal ministro marocchino della Transizione Energetica e dello Sviluppo Sostenibile, Leila Benali.
Da parte sua, NewMed Energy ha celebrato l'accordo sottolineando la collaborazione con l'Ufficio Nazionale degli Idrocarburi e delle Miniere del Marocco, dichiarando:
"Siamo uniti da una visione comune per sviluppare le risorse energetiche della regione e promuovere soluzioni sostenibili. Restiamo fiduciosi che questa partnership porterà a progressi significativi, genererà un valore duraturo e contribuirà a costruire un futuro energetico prospero e sostenibile per il Marocco".
Tuttavia, tali progetti ignorano i diritti legittimi del popolo saharawi sulle proprie risorse, aprendo la strada a potenziali azioni legali internazionali contro le aziende coinvolte.
Un tentativo del Marocco di consolidare il suo controllo sul Sahara Occidentale:
L'accordo tra NewMed Energy e Adarco Energy risale a dicembre 2022, quando fu firmato un primo impegno con il Ministero dell'Energia e delle Miniere marocchino. I termini dell'accordo stabiliscono che:
- NewMed Energy e Adarco Energy detengono ciascuna il 37,5% della licenza.
- Il restante 25% è sotto il controllo del Ministero dell'Energia marocchino.
Il CEO di NewMed Energy, Yossi Abu, ha giustificato l'accordo sottolineando il potenziale energetico del Marocco e il suo interesse nello sviluppo del settore del gas naturale e delle energie rinnovabili.
Questa mossa fa parte della strategia marocchina per competere con l'Algeria, uno dei principali esportatori di gas in Africa. Rabat sta anche promuovendo il gasdotto Nigeria-Marocco, un progetto che attraverserebbe il Sahara Occidentale occupato, con il rischio di generare ulteriori controversie legali.
Una violazione del diritto internazionale con chiari precedenti giuridici:
L'esplorazione del gas nel Sahara Occidentale si scontra con numerosi ostacoli legali. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso diverse sentenze che ribadiscono l'assenza di sovranità marocchina sul territorio e l'illegittimità dello sfruttamento delle sue risorse senza il consenso del popolo saharawi.
Alcuni precedenti chiave includono:
- 2016: La CGUE ha stabilito che gli accordi commerciali tra UE e Marocco non possono includere il Sahara Occidentale, poiché il territorio è separato e distinto dal Marocco.
- 2018: La CGUE ha annullato gli accordi di pesca UE-Marocco che includevano il Sahara Occidentale, a causa della mancanza di consenso del popolo saharawi.
- 2021: La CGUE ha nuovamente invalidato gli accordi agricoli e di pesca tra UE e Marocco, ribadendo l'assenza di sovranità marocchina sul Sahara Occidentale.
In questo contesto giuridico, l'accordo firmato tra Marocco, NewMed Energy e Adarco Energy rischia di essere oggetto di future contestazioni legali, minandone la sostenibilità a lungo termine.
Saccheggio delle risorse e responsabilità internazionale:
Il diritto internazionale è chiaro: lo sfruttamento delle risorse di un territorio occupato senza il consenso della popolazione è illegale. Di conseguenza, sia il Marocco che le aziende coinvolte potrebbero affrontare ripercussioni legali e sanzioni internazionali.
Il Fronte Polisario, riconosciuto dall'ONU come legittimo rappresentante del popolo saharawi, ha denunciato più volte il saccheggio delle risorse naturali del Sahara Occidentale e ha intrapreso azioni legali contro le aziende che operano nel territorio senza il suo consenso.
L'accordo tra il Marocco e Israele rappresenta quindi non solo un attacco ai diritti del popolo saharawi, ma anche una sfida aperta al diritto internazionale, che potrebbe avere conseguenze significative per tutti gli attori coinvolti.