Marocco, 25 gennaio 2025 - L'amministrazione carceraria di Ait Melloul, in Marocco, è stata accusata di aver condotto perquisizioni degradanti e provocatorie nelle celle dei prigionieri civili saharawi appartenenti al gruppo Gdeim Izik. Tra i prigionieri coinvolti figurano Mohammed Bani, Sid Ahmed Lamjid e Ibrahim Ismaili. La denuncia proviene dall'Associazione per la Protezione dei Prigionieri Saharawi, che ha fornito dettagli sulle circostanze delle perquisizioni.
Secondo quanto riferito dall'associazione, le perquisizioni sono avvenute venerdì mattina intorno alle otto. Un gruppo di personale carcerario e guardie avrebbe fatto irruzione nelle celle dei prigionieri saharawi, sottoponendoli a insulti, linguaggio scurrile e minacce di ulteriori azioni illegali. Oltre alle vessazioni verbali, sarebbero stati manomessi anche i loro effetti personali, creando un clima di ulteriore intimidazione e violazione della loro privacy.
Questi prigionieri civili saharawi avrebbero subito tale trattamento a seguito del loro rifiuto di accettare le misure adottate dall'amministrazione del carcere di Ait Melloul 2. In particolare, i prigionieri avevano protestato contro la decisione di collocare detenuti affetti da malattie croniche e contagiose nella stessa area di detenzione dei prigionieri politici saharawi. Questa promiscuità forzata solleva gravi preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei prigionieri saharawi, esponendoli a rischi di contagio e creando un ambiente di detenzione insalubre.
Le famiglie dei prigionieri civili saharawi hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione e hanno dichiarato di ritenere le autorità marocchine pienamente responsabili della sistematica persecuzione e della violazione del diritto dei loro cari alla sicurezza psicologica e fisica. Le famiglie denunciano un clima di costante pressione e intimidazione, che mina il benessere dei prigionieri e viola i loro diritti fondamentali.
