Sahara occidentale, 14 dicembre 2024 - In occasione del 76° anniversario dell'adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Collettivo dei Difensori dei Diritti Umani Saharawi (CODESA) ha rilasciato una dichiarazione per denunciare con forza i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità perpetrati dal Marocco nei territori occupati del Sahara Occidentale. L'organizzazione lancia un pressante appello alla comunità internazionale affinché intraprenda indagini approfondite su tali crimini e adotti misure urgenti per garantire la protezione dei diritti del popolo Saharawi.
Un'occupazione basata sulla violenza sistematica (1975-oggi):
Dal suo ingresso nel territorio il 31 ottobre 1975, il Marocco, secondo CODESA, mantiene un regime di occupazione fondato sulla violenza sistematica e sulla negazione dei diritti fondamentali. La dichiarazione elenca una serie di crimini, tra cui:
- Esecuzioni sommarie;
- Torture;
- Sparizioni forzate;
- Impiego di armi indiscriminate, come bombe e droni, contro la popolazione civile sahrawi.
Questi atti, come sottolinea CODESA, configurano veri e propri crimini di guerra e crimini contro l'umanità, in flagrante violazione del diritto del popolo Saharawi all'autodeterminazione e alla sovranità sulle proprie risorse naturali.
Un appello all'azione internazionale:
Di fronte a questa grave situazione, CODESA esorta la comunità internazionale ad assumere un ruolo attivo e incisivo, avanzando le seguenti richieste:
- Esercitare pressioni su Spagna e Marocco affinché portino a termine il processo di decolonizzazione del Sahara Occidentale, in conformità con il diritto internazionale.
- Garantire l'applicazione del Diritto Internazionale Umanitario nella regione, attraverso l'intervento e il monitoraggio del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).
- Avviare indagini imparziali e approfondite sui crimini di genocidio commessi e assicurare i responsabili alla giustizia presso le corti competenti.
- Prevedere risarcimenti adeguati alle vittime e alle loro famiglie, in linea con gli standard internazionali in materia di riparazione.
- Permettere l'accesso al territorio occupato a delegazioni di osservatori per i diritti umani, giornalisti stranieri, rappresentanti sindacali e organi parlamentari, al fine di contrastare l'opacità imposta dall'occupazione marocchina.
Repressione mirata contro i difensori dei diritti umani:
CODESA denuncia inoltre una sistematica campagna di repressione che colpisce i difensori dei diritti umani sahrawi, i quali quotidianamente rischiano la vita e la propria incolumità. In tale contesto, l'organizzazione chiede:
- L'immediata liberazione di tutti i difensori dei diritti umani sahrawi, blogger, giornalisti e prigionieri politici detenuti arbitrariamente.
- La piena chiarezza sulla sorte delle persone scomparse, attraverso indagini efficaci e trasparenti.
Lo sfruttamento illegale delle risorse naturali:
Un ulteriore punto critico sollevato da CODESA riguarda il sistematico saccheggio delle risorse naturali del Sahara Occidentale occupato. Il Marocco, secondo la denuncia, agevola lo sfruttamento di tali risorse da parte di imprese e paesi stranieri, giustificandolo con la promozione di investimenti. CODESA ribadisce l'illegalità di tali attività, che contribuiscono ad aggravare le sofferenze del popolo Saharawi e a ostacolarne il diritto all'autodeterminazione.
Rompere il muro dell'impunità e del silenzio:
La dichiarazione si conclude con un accorato appello a porre fine all'impunità che circonda i crimini commessi nel Sahara Occidentale occupato. CODESA denuncia il silenzio della comunità internazionale, che ha di fatto consentito al Marocco di instaurare e perpetuare un regime di occupazione basato sul terrore e sull'oppressione. L'organizzazione sottolinea l'urgente necessità di un impegno concreto da parte degli attori internazionali per proteggere la popolazione civile sahrawi e garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Con questa dichiarazione, CODESA mira a sensibilizzare e mobilitare la comunità internazionale affinché intervenga con decisione per fermare le continue violazioni dei diritti umani e per favorire una soluzione politica giusta e duratura nel Sahara Occidentale, che rispetti il diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi.