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Il Referendum: Unica via per l'autodeterminazione del popolo Saharawi


Ginevra (Svizzera), 14 dicembre 2024 - Oubi Buchraya Bachir, rappresentante del Fronte Polisario in Svizzera e presso le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali a Ginevra, ha ribadito con forza che il referendum di autodeterminazione rappresenta l'unica soluzione praticabile e legittima per garantire al popolo saharawi il pieno esercizio del suo diritto all'indipendenza.

Durante un simposio internazionale ospitato presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra, Oubi ha argomentato che il referendum costituisce l'unico strumento che "garantisce il diritto all'autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale" in piena conformità con i principi e la Carta delle Nazioni Unite. Ha inoltre sottolineato che qualsiasi altra soluzione alternativa rappresenterebbe una palese violazione e una sostanziale confisca di tale diritto inalienabile.

Oubi ha definito il referendum una soluzione "realistica" in quanto offre una risposta esaustiva alla complessa realtà del Sahara Occidentale, senza ridurla a una prospettiva parziale. Ha spiegato che la situazione sul campo non può essere semplicisticamente interpretata come la mera presenza marocchina attraverso l'occupazione militare e i progetti di insediamento nella parte di territorio sotto il suo controllo. Esiste, infatti, una solida realtà nazionale saharawi nella parte liberata del territorio, incarnata da uno Stato membro fondatore dell'Unione Africana, con estese relazioni diplomatiche e una struttura politica e sociale che rappresenta tutti i saharawi, inclusi quelli che vivono sotto l'occupazione.

Il diplomatico saharawi ha insistito sull'impossibilità di ignorare questa realtà nazionale e sulla necessità di preservare l'indipendenza come opzione fondamentale per il popolo saharawi, garantita proprio attraverso il referendum. Scartare il referendum con la motivazione che l'indipendenza sia "irrealistica" rappresenta, secondo Oubi, una visione riduttiva e parziale, e perciò intrinsecamente irrealistica.

Oubi ha ulteriormente argomentato la "praticabilità" del referendum adducendo due motivazioni principali:

Esperienza delle Nazioni Unite: Le Nazioni Unite vantano una comprovata esperienza di successo nell'organizzazione di referendum di autodeterminazione, citando in particolare il referendum di Timor Est nel 1999 e, più recentemente, quello del Sud Sudan nel 2011.

Avanzamento della MINURSO: La missione delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale (MINURSO) ha già completato gran parte del lavoro tecnico preparatorio per il referendum in due fasi distinte, tra cui l'identificazione dell'85% degli elettori, la pianificazione del ritorno dei rifugiati e il posizionamento delle forze di entrambe le parti. L'unico ostacolo alla sua attuazione, ha concluso l'ambasciatore, risiede nella mancanza di volontà politica, prima da parte del Marocco e successivamente da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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