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La "Diplomafia" marocchina: Corruzione, ricatto e spionaggio nella strategia di occupazione del Sahara Occidentale

Sahara occidentale, 24 ottobre 2024 - Le cosiddette "strategie moderne" della "diplomafia" marocchina rivelano una realtà inquietante: meno diplomazia e più pratiche mafiose quando si tratta del Sahara Occidentale. Il caso della "Porta del Marocco" ha acceso i riflettori sulle tattiche losche e corrotte utilizzate da Rabat per legittimare l'occupazione di questo territorio. Tuttavia, ciò che è emerso è solo una piccola parte di un piano ben orchestrato e molto più ampio. Il Marocco non si limita a corrompere politici europei, ma arriva a spiare e ricattare i leader mondiali. Questa non è diplomazia tradizionale, ma piuttosto un'operazione che ricorda il modus operandi di una vera e propria organizzazione mafiosa, con l'obiettivo di ottenere il controllo internazionale sul Sahara Occidentale.

Le rivelazioni di Chris Coleman: Il preludio allo scandalo Pegasus

Prima ancora che lo spyware "Pegasus" venisse alla luce, le rivelazioni dell'hacker Chris Coleman a metà dell'ultimo decennio avevano già svelato l'oscura strategia marocchina. Coleman ha divulgato centinaia di documenti riservati del Ministero degli Affari Esteri marocchino, mostrando come il governo di Rabat manipolasse funzionari, politici e diplomatici delle Nazioni Unite in tutto il mondo. La strategia rivelata si basava su corruzione e ricatto: nessuno era al sicuro dalle manovre del Marocco, che cercava di ottenere l'appoggio dei principali attori internazionali per giustificare le sue pretese sul Sahara Occidentale. 

I documenti trapelati mostravano pagamenti diretti a funzionari di alto livello e tentativi di manipolare le loro decisioni per favorire il Marocco. Queste rivelazioni dimostrano come Rabat usi denaro e intimidazioni per piegare la politica internazionale ai propri interessi, mentre la comunità internazionale spesso finge di non vedere.

Spionaggio su larga scala: Il caso Pegasus

Se le fughe di notizie di Coleman hanno scosso l'opinione pubblica, lo scandalo "Pegasus" ha ulteriormente ampliato il raggio d'azione delle operazioni di sorveglianza marocchine. Collaborando con Israele, il Marocco ha utilizzato lo spyware Pegasus per spiare leader politici di spicco, come "Emmanuel Macron" e "Pedro Sánchez", entrambi noti per la loro ambiguità sulla questione del Sahara Occidentale. Questa sorveglianza ha sollevato il sospetto che le decisioni dei due leader potrebbero essere state influenzate dal ricatto.

Ma non solo i capi di Stato sono stati presi di mira. Anche attivisti, giornalisti e difensori dei diritti umani sono stati oggetto di sorveglianza, nel tentativo di silenziare qualsiasi opposizione all'occupazione marocchina del Sahara Occidentale. Attraverso Pegasus, il Marocco ha cercato di controllare la narrazione, dimostrando di agire più come uno stato mafioso che come una nazione impegnata a risolvere un conflitto tramite il dialogo legittimo.

La falsa diplomazia: Il teatro dei consolati:

Un altro inganno della "diplomazia" marocchina è la creazione di falsi consolati nelle città occupate del Sahara Occidentale, come "Laayoune" e "Dakhla". Questi consolati non rappresentano interessi reali, ma sono mere facciate progettate per simulare un riconoscimento internazionale dell'occupazione marocchina. Un esempio lampante è l'apertura di consolati da parte di piccoli stati membri dell' "Organizzazione degli Stati dei Caraibi Orientali" (OECS). Questi paesi non hanno né diaspora né interessi economici o strategici nella regione, né tanto meno i mezzi per mantenere un consolato. Il loro coinvolgimento è il risultato di tangenti e accordi opachi orchestrati dal Marocco per creare l'illusione di un sostegno globale.

Dietro queste false rappresentanze si nasconde una realtà orchestrata con l'obiettivo di consolidare la narrativa marocchina, sfruttando risorse finanziarie e corruzione per mantenere il controllo.

Una strategia mafiosa mascherata da diplomazia:

Nel complesso, ciò che emerge è una strategia che si discosta completamente dalla diplomazia legittima. Il Marocco ha costruito una rete di influenza globale basata su corruzione, spionaggio e ricatto, utilizzando metodi mafiosi per fabbricare il riconoscimento della sua occupazione illegale del Sahara Occidentale. Le sue operazioni non si limitano all'Europa: Rabat ha esteso i suoi tentacoli di corruzione dall'Africa all'America Latina, dall'Asia fino all'Oceania, in un disperato tentativo di consolidare una presenza illegale che viola i principi fondamentali del diritto internazionale e i diritti dei popoli all'autodeterminazione.

Il mondo deve reagire:

La comunità internazionale deve prendere coscienza di questa realtà. Il Marocco ha trasformato la diplomazia in un gioco mafioso, basato su tattiche immorali e corrotte, per mantenere il controllo sul Sahara Occidentale. Consentire a un regime che opera come un'organizzazione criminale di decidere il destino di un popolo oppresso è inaccettabile.

Il futuro del Sahara Occidentale non può essere lasciato nelle mani di chi manipola e compra le élite globali. È giunto il momento che il mondo agisca in difesa del diritto internazionale, della giustizia e, soprattutto, del legittimo diritto del popolo sahrawi all'autodeterminazione.

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