Sahara occidentale, 17 luglio 2024 - Da tre anni, il regime marocchino ha intensificato la sua repressione brutale contro il popolo Sahrawi nel Sahara Occidentale occupato. L'obiettivo è chiaro: estirpare ogni forma di dissenso e resistenza all'occupazione marocchina.
Violenza e discriminazione:
Le città di El Aaiún, Smara, Dakhla e Boujdour sono sottoposte a un assedio militare e informativo senza precedenti. I Sahrawi subiscono violenze fisiche, discriminazioni sul lavoro, a scuola e nell'accesso ai servizi essenziali. La segregazione è attuata in base all'appartenenza etnica e alle opinioni politiche.
Controllo totale:
Il Marocco utilizza una rete di informatori, telecamere di sorveglianza e droni israeliani per monitorare ogni aspetto della vita dei Sahrawi. La libertà di movimento è severamente limitata, le case vengono fotografate dall'alto e le persone sono sottoposte a ricatti e torture.
Colonizzazione strisciante:
Per alterare la composizione demografica del territorio, il Marocco ha insediato coloni marocchini nelle zone occupate, diluendo la popolazione Sahrawi. Le piazze pubbliche sono state divise tra Sahrawi e coloni, mentre le tradizioni e le celebrazioni Sahrawi sono state vietate.
Sfruttamento e controllo sociale:
Il regime marocchino controlla le fonti di sostentamento dei Sahrawi, usando il ricatto e la negazione dei servizi per costringerli a collaborare. Il monitoraggio costante crea un clima di terrore e soffoca ogni dissenso.
Un carcere a cielo aperto:
Il Sahara Occidentale occupato è diventato una vera e propria prigione a cielo aperto, dove i Sahrawi vivono sotto la costante minaccia della violenza e dell'oppressione. La comunità internazionale ha il dovere di intervenire per porre fine a questa situazione insostenibile e garantire al popolo Sahrawi il diritto all'autodeterminazione.