Campi profughi saharawi, 6 aprile 2024 – Il Fronte Polisario ha riaffermato la sua posizione di continuare a cooperare con gli sforzi delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana per trovare una soluzione al conflitto nel Sahara Occidentale che permetta al popolo Saharawi di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione.
In una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri Saharawi, il Fronte Polisario e il Governo Saharawi hanno ribadito che il Piano di risoluzione del 1991 rimane una soluzione accettabile e realistica: "Il piano di risoluzione ONU-UA, accettato dalle due parti in conflitto, il Fronte Polisario e il Marocco, nell'agosto 1988, e approvato all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza con le risoluzioni 658 (1990) e 690 (1991), rimane la soluzione realistica, ragionevole e basata sul consenso al problema: la decolonizzazione del Sahara Occidentale".
Per promuovere il processo di pace, il Fronte Polisario ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di "adottare misure concrete per consentire alla Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO) di attuare pienamente il suo mandato", come specificato nel Piano di accordo ONU-UA.
Il Fronte Polisario ha inoltre assicurato che il popolo Saharawi continuerà la sua lotta legittima con tutti i mezzi necessari, inclusa la lotta armata, fino al raggiungimento dei suoi obiettivi non negoziabili di libertà, indipendenza e sovranità sul territorio della Repubblica Saharawi.
La dichiarazione condanna anche la persistenza del Marocco nel perseguire una politica di intransigenza e di fatto compiuto, che mina gravemente le prospettive di pace e chiude la porta a una soluzione pacifica.
Il Fronte Polisario e il Governo Saharawi hanno denunciato le continue violazioni dei diritti umani da parte del Marocco nei territori Saharawi occupati, tra cui omicidi, torture, arresti arbitrari, esecuzioni extragiudiziali, deportazioni e saccheggi.
La persistenza del Marocco nel negare al popolo Saharawi il suo diritto all'autodeterminazione rappresenta un ostacolo alla pace e alla stabilità nella regione. La comunità internazionale deve assumersi la responsabilità di intervenire e di far pressione sul Marocco affinché rispetti il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.