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Il fosfato del Sahara Occidentale: arma economica del Marocco



Sahara occidentale, 4 aprile 2024 - Il saccheggio illegale del fosfato del Sahara Occidentale da parte del Marocco è proseguito anche nel 2023 e sta proseguendo nel 2024, confermandosi un'arma economica di rilievo per il Makhzen nella sua campagna per ottenere sostegno alla propria posizione nel conflitto con il Fronte Polisario.

Profitti record e ricatti economici

L'Office Chérifien des Phosphates (OCP), che controlla la società Fosbucraa sin dal 1968, ha registrato un utile netto di 1,4 miliardi di dollari nel 2023 grazie alle esportazioni illegali di fosfati. Pur inferiore al record del 2022 (2,8 miliardi di dollari), questa risorsa rimane uno strumento chiave nella politica di ricatto del Marocco per piegare le posizioni di alcuni Stati sulla questione del Sahara Occidentale.

Un esempio emblematico è l'annullamento di un ordine peruviano di 50.000 tonnellate di fertilizzanti in risposta al ripristino delle relazioni diplomatiche del Perù con la Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD).

Oltre al ricatto, il Marocco utilizza i proventi del fosfato per stringere legami con altri paesi, finanziando progetti in vari settori in cambio di sostegno alla sua posizione sul Sahara Occidentale.

Un'occupazione illegale e un mercato globale

Il Marocco controlla il 31% del mercato mondiale del fosfato grazie allo sfruttamento illegale delle miniere di BuCraa, situate a 100 chilometri a sud della città occupata di Laayoune. Le riserve stimate ammontano a 3 miliardi di tonnellate e si estendono su 250 chilometri quadrati.

Secondo un rapporto dell'organizzazione Western Sahara Resource Watch (WSRW), il fosfato è una delle principali fonti di reddito per il governo marocchino nel Sahara Occidentale. Nel 2022, 23 navi hanno trasportato 1,23 milioni di tonnellate di minerale di fosfato dal territorio occupato, in leggero calo rispetto al 2021.

L'impegno del Fronte Polisario e i successi legali

L'impennata dei prezzi del fosfato, dovuta al conflitto in Ucraina e alla pandemia di Covid-19, ha portato a un aumento del 56% dei profitti dell'OCP nel 2022.

Il Fronte Polisario, sostenuto da una quarantina di organizzazioni internazionali, tra cui la WSRW, denuncia lo sfruttamento illegale delle risorse del Sahara Occidentale. Le loro azioni hanno portato al blocco di navi cariche di fosfato nei porti di Panama e del Capo di Buona Speranza nel 2017 e nel 2018.

Il Fronte Polisario ha inoltre ottenuto importanti successi legali. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha riconosciuto la capacità del Fronte Polisario di agire in giudizio per atti che ledono il diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi.

Grazie a queste azioni, il Fronte Polisario ha ottenuto la cancellazione degli accordi di partenariato tra l'UE e il Marocco che includevano il Sahara Occidentale. La CGUE ha infatti stabilito che il territorio del Sahara Occidentale è "separato e distinto" da quello del Marocco e che l'esclusione del consenso del popolo saharawi rende tali accordi illegali.

La lotta per l'autodeterminazione continua

Nonostante le sfide, il Fronte Polisario continua la sua lotta per l'autodeterminazione del popolo saharawi. Il saccheggio del fosfato del Sahara Occidentale rimane una questione centrale nel conflitto e la sua risoluzione è fondamentale per raggiungere una pace giusta e duratura nella regione.

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