Roma, 18 gennaio 2024 - L'articolo del giornalista italiano Stefano Mauro, pubblicato sul quotidiano il Manifesto il 17 gennaio 2024, ripercorre la storia del Fronte Polisario, l'organizzazione che rappresenta il popolo saharawi nella sua lotta per l'indipendenza dal Marocco.
L'articolo inizia con una breve cronologia degli eventi principali che hanno caratterizzato la vicenda del Sahara Occidentale. Nel 1973, il Polisario viene fondato per lottare contro la colonizzazione spagnola del territorio. Dopo il ritiro della Spagna nel 1975, il Marocco e la Mauritania invadono il Sahara Occidentale, dando inizio a un conflitto che dura ancora oggi.
Nel 1976, il Polisario fonda nei territori liberati la Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD), riconosciuta dall'Unione Africana. Nel 1991, viene firmato un cessate il fuoco tra il Polisario e il Marocco, sancito dalla missione di pace dell'ONU, la MINURSO. Il cessate il fuoco prevede l'organizzazione di un referendum sull'autodeterminazione del popolo saharawi, ma tale referendum non è mai stato organizzato a causa del veto del Marocco, che sostiene un piano di autonomia per il Sahara Occidentale.
Nel 2020, il Marocco viola il cessate il fuoco, dando inizio a una nuova fase di conflitto. La resistenza armata del Polisario è ripresa, mentre la resistenza pacifica del popolo saharawi continua attraverso azioni di disobbedienza civile e manifestazioni di protesta.
L'articolo conclude sottolineando che il popolo saharawi rimane unito attorno al Polisario, nonostante le divisioni tra i pacifisti e coloro che sono favorevoli alla ripresa della lotta armata. La rielezione di Brahim Ghali a segretario generale del Polisario, nel gennaio 2023, è stata un compromesso tra le due posizioni.
L'articolo di Mauro è un resoconto preciso e aggiornato della vicenda del Sahara Occidentale. L'autore sottolinea l'importanza del ruolo del Polisario nella lotta per l'indipendenza del popolo saharawi, e critica l'inerzia dell'ONU, che ha permesso la perpetuazione del conflitto.
In particolare, l'autore sostiene che l'ONU dovrebbe esercitare maggiori pressioni sul Marocco affinché accetti l'organizzazione del referendum sull'autodeterminazione del popolo saharawi.
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