New York, 30 settembre 2023 - La 78ª sessione ordinaria dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite si è aperta il 19 settembre 2023 in un contesto di crescente polarizzazione tra le superpotenze e di una guerra in Ucraina che ha aggravato le relazioni diplomatiche tra Est e Ovest. Anche la questione del Sahara Occidentale, in quanto questione importante, era molto presente all'ordine del giorno, insieme a molte altre questioni di interesse globale, come la Palestina e la situazione in Africa dopo i successivi colpi di stato e la partenza della Francia dal continente.
La sessione è iniziata con il tema “Ripristinare la fiducia e riattivare la solidarietà: accelerare l’azione sull’Agenda 2030 e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile per la pace, la prosperità, il progresso e la sostenibilità per tutti”. Poco prima dell’inizio della sessione, il Segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha indicato che “il mondo si sta rapidamente muovendo verso un mondo multipolare, che può creare nuove opportunità di giustizia e di equilibrio nelle relazioni internazionali, sottolineando allo stesso tempo che la multipolarità da sola non è garanzia di pace”.
Come ogni anno, la questione del Sahara Occidentale è stata presente negli interventi dei capi di Stato e di governo, nonché dei capi delegazione nel corso dei dibattiti generali ad alto livello. I leader di molti Paesi hanno registrato posizioni di principio e di coerenza sulla questione sahrawi, così come il loro fermo sostegno al legittimo diritto del popolo sahrawi all’autodeterminazione e alla libertà.
Tra i Paesi che hanno espresso il loro sostegno al popolo sahrawi figurano il Sud Africa, l'Algeria, Cuba, la Namibia, il Belgio, Timor Est, lo Zimbabwe, il Lesotho e il Kenya. Il presidente del Sud Africa, Cyril Ramaphosa, ha chiesto che l'ONU ponga fine all'occupazione del Sahara Occidentale attraverso un referendum di autodeterminazione. Il presidente dell'Algeria, Abdelmadjid Tebboune, ha lanciato un appello urgente alle Nazioni Unite affinché concludano il processo di decolonizzazione nel Sahara Occidentale, ricordando che “esiste una persone che ancora soffrono a causa dell’occupazione, quindi è necessario che si tenga un referendum nell’ultima colonia africana”.
D'altro canto, il presidente della Repubblica Democratica del Congo (RDC), Félix Tshisekedi, ha denunciato davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite i "doppi standard" dell'ONU e del suo Consiglio di sicurezza nella crisi politica e di sicurezza in Africa.
La 78ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha visto un forte sostegno alla causa del popolo sahrawi da parte di molti Paesi. L'ONU è chiamata a fare di più per trovare una soluzione definitiva al conflitto del Sahara Occidentale, in conformità con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza.