Amnesty International ha esortato le autorità di occupazione marocchine a porre immediatamente fine ai brutali attacchi contro l'attivista sahrawi Sultana Khaya e la sua famiglia per più di un anno.
In una dichiarazione, l'organizzazione ha chiesto un'indagine tempestiva, completa, indipendente, imparziale, trasparente ed efficace sulle azioni arbitrarie e sugli attacchi delle forze di occupazione marocchine contro Sultana Khaya e la sua famiglia, compresa l'aggressione sessuale, e per garantire che i responsabili alla giustizia.
"Amnesty International vi esorta a garantire che Sultana Khaya e la sua famiglia ottengano giustizia e rimedi efficaci, compreso un adeguato risarcimento, e a garantire che le violazioni dei diritti umani che hanno subito non si ripetano", ha aggiunto la nota.
Per quanto riguarda l'assedio della polizia alla sua casa di famiglia a Boujdour, Amnesty International ha rinnovato il suo appello per porre fine agli arresti domiciliari arbitrari di Sultana e della sua famiglia e per rispettare i loro diritti alla libertà di movimento, espressione e associazione.
Il comunicato emesso ieri, 30 novembre, ha affrontato la serie di atti aggressivi a cui sono stati sottoposti, in particolare l'attacco alla casa di famiglia nella prima mattinata del 15 novembre, e l'aggressione ai parenti, compresa la loro anziana madre, e l'impedimento di trasferimento in ospedale per ricevere le cure necessarie.
Organizzazioni internazionali e meccanismi delle Nazioni Unite hanno già condannato i crimini marocchini contro Sultana Khaya e le vessazioni nei confronti degli attivisti per i diritti umani sahrawi nei territori occupati in rappresaglia per le loro attività nel Sahara occidentale.
https://www.amnesty.org/en/documents/mde29/5058/2021/en/