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Progetto Saharawi - Tor Vergata divulga i comportamenti per limitare il virus al popolo saharawi

I medici del Progetto Saharawi - Tor Vergata hanno divulgato i comportamenti da adottare per limitare i contagi del virus Corona, nei campi profughi saharawi di Tindouf. Dopo il comunicato del Ministero della salute RASD di mette in quarantene i campi profughi saharawi, i medici del progetto hanno divulgato alcuni comportamenti essenziali in arabo alla popolazione, attraverso i social media e whatsapp. 

لمنع انتشار هذا الفيروس شديد العدوى وصحة الجميع (وخاصة كبار السن) من الضروري اتباع هذه التدابير:
1. تجنب الاتصال مع الناس والحفاظ على مسافة آمنة لا تقل عن متر واحد.
2. اغسل يديك بشكل متكرر.
3. تجنب لمس عينيك بيديك وتجعد عينيك.
4. السعال والعطس في الكوع.
5. تغطية الأنف والفم بالحجاب (الرجال والنساء) عند مغادرة الخيمة / المنزل ؛
6. تجنب مغادرة المنزل إذا لم تكن ضروريًا وتجنب الاتصال بأشخاص لا تعرفهم.
إذا كان هناك أي من هذه الأعراض:
* السعال والحمى *
-> البقاء في المنزل معزولًا في غرفة لمدة 15 يومًا
* صعوبة في التنفس *
-> اذهب إلى المستشفى وهو يغطي الأنف والفم بالحجاب
لمزيد من المعلومات ، استشر حصريا المصادر الرسمية.
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الأطباء الإيطاليون 🇮🇹🇪🇭  

Progetto di collaborazione tra gli studenti del corso di laurea in Medicina&Chirurgia in lingua italiana ed inglese dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e la R.A.S.D. - Repubblica Araba Saharawi Democratica.
Il Progetto Saharawi - Tor Vergata nasce nel 2017 dall’impegno di un gruppo di studenti che si sono interessati alla causa, finora ancora troppo sconosciuta, del popolo Saharawi. Abbiamo cominciato in punta di piedi, aggregandoci a viaggi solidali organizzati ogni anno da alcune associazioni toscane per dare continuità a vari progetti dal carattere umanitario. In questo modo abbiamo avuto la possibilità di imparare a conoscere da vicino questo popolo, la loro cultura, la loro storia e le loro molte necessità, stringendo contatti importanti tra i quali istituzioni e strutture sanitarie locali. Negli ultimi anni, grazie alla maggiore consapevolezza delle caratteristiche di questo popolo ed alle crescenti adesioni che il nostro gruppo sta riscontrando nell’Università di Tor Vergata e in alte Università italiane, abbiamo orientato i nostri progetti verso problematiche specifiche. Stiamo portando avanti uno screening di prevalenza sul diabete, particolarmente presente nella popolazione Saharawi. Riuscire ad avere un quadro preciso della situazione potrebbe aiutare ad ipotizzare le cause di una così larga diffusione intervenendo di conseguenza. Con costi economici relativamente contenuti si potrebbe ottenere un enorme vantaggio in termini di salute e qualità della vita. È un progetto iniziato nel 2018 e che continueremo nel tempo in modo da ampliare il campione di studio: i risultati emersi dal campione raccolto sembrano confermare ciò che avevamo riscontrato nella pratica clinica di tutti i giorni. Tra i Saharawi il diabete è diffuso e, purtroppo, non sufficientemente trattato, un po’ per mancanza di mezzi ed un po’ per mancanza di consapevolezza da parte della popolazione. Accanto alla studio abbiamo cercato di impostare una campagna di informazione e sensibilizzazione e, con nostra grande soddisfazione, la stessa è stata continuata dal personale locale. Altro punto fondamentale del nostro progetto è la raccolta di farmaci indirizzata verso quelli di uso più comune: ipoglicemizzanti orali e ACE-inibitori. In generale cerchiamo di soddisfare il più possibile le loro richieste e di rifornirli dei farmaci abitualmente prescritti dai medici del posto, molto ben preparati ma troppo spesso senza mezzi necessari a trattare le più semplici patologie. Un altro punto del progetto, dal 2020, è l’eventuale collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: faremo uno screening sulle schisi cranio facciali (il “labbro leporino”) per individuare eventuali pazienti che potrebbero ricevere un trattamento chirurgico qui in Italia, in accordo con la struttura ospedaliera. Abbiamo peraltro concordato altri ampliamenti del progetto sanitario, come uno sulle anemie e un altro sulle malattie respiratorie, ma purtroppo manchiamo ancora del budget necessario per comprare le strumentazioni. Ancora, abbiamo eseguito uno studio sulla food security, ponendo sotto la lente alimentazione e disponibilità idrica. Nell'acqua presente nei campi abbiamo rilevato un alto tasso di nitrati, floruri e basso tasso di zinco. Questo è significativo perché, secondo molti studi epidemiologici, è correlato all'aumento di insorgenza del diabete, ragione per la quale continueremo ad indagare in tal senso. In ultimo, ma non meno importante, ogni anno organizziamo una pratica clinica presso le strutture sanitarie del campo profughi. In questo modo riusciamo ad avvicinare sempre più giovani alla questione Saharawi: questo è fondamentale per conoscere questo popolo dimenticato, rendere il team di anno in anno più numeroso, aggiungere idee ed incrementare la partecipazione attiva, in maniera da dare continuità ai progetti e renderli sempre più efficaci oltre che creare un momento di condivisione e di amicizia, completando il percorso di studi con una intensa esperienza umanitaria. Quindi non solo Medicina, ma una grande opportunità per scoprire e conoscere la storia di un popolo che non si arrende e che continua a lottare per i propri diritti.

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