New York, 27 settembre 2025 – Durante l'80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, i leader di diverse nazioni hanno riaffermato con forza la posizione coerente dei rispettivi Paesi a favore del popolo saharawi e del suo inalienabile diritto all'autodeterminazione, in piena conformità con le risoluzioni dell'ONU.
Namibia e Sudafrica: Condanna dello Stallo e Appello al Referendum
La presidente della Namibia, Netumbo Nandi-Ndaitwah, è intervenuta condannando apertamente quello che ha definito il "blocco e la situazione di stallo" che affligge la gestione della questione del Sahara Occidentale da parte del Consiglio di Sicurezza. Ha sottolineato che "questa situazione nel Consiglio di Sicurezza riguardo al Sahara Occidentale rappresenta un'ingiustizia che dura da oltre 34 anni, dall'adozione della risoluzione 690 nel 1991".
La presidente Nandi-Ndaitwah ha poi lanciato un appello chiaro: "È giunto il momento di indire un referendum nel Sahara Occidentale, sotto l'egida delle Nazioni Unite, che consenta al popolo saharawi di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione".
Analogamente, il Sudafrica ha ribadito il suo sostegno incrollabile alla causa legittima del popolo saharawi. Il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, ha dichiarato esplicitamente che il suo Paese "sostiene il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione".
Ramaphosa ha inoltre richiamato gli stati membri alle loro responsabilità: "In qualità di stati membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, accettiamo la nostra responsabilità di riaffermare il nostro sostegno al diritto inalienabile del popolo saharawi all'autodeterminazione".
La Posizione della Spagna:
Da parte sua, il Re di Spagna, Filippo VI, ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione al conflitto nel Sahara Occidentale che sia pienamente rispettosa del diritto internazionale e delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite.
