Madrid (Spagna), 22 agosto 2025 – Il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha presentato il proprio rapporto alla 60ª sessione del Consiglio per i diritti umani a Ginevra, denunciando i casi di prigionieri politici saharawi detenuti nelle carceri marocchine sulla base di condanne ingiuste e confessioni estorte sotto tortura fisica.
Il documento, che prende in esame 71 pareri su 149 persone detenute in 41 Paesi, dedica particolare attenzione ai detenuti del gruppo Gdeim Izik e al prigioniero politico Khatri Daddah, evidenziando gravi violazioni del diritto internazionale.
Raccomandazioni del rapporto:
Il Gruppo di lavoro ha rivolto agli Stati diversi inviti:
- rafforzare la cooperazione con le procedure di follow-up, comprese misure di risarcimento per le vittime;
- consentire le visite di monitoraggio richieste;
- adottare legislazioni che introducano misure alternative e proporzionate alla detenzione preventiva.
Focus sul Marocco:
Il rapporto ha esortato in particolare il Marocco a porre fine alla detenzione arbitraria dei saharawi, a rilasciare i prigionieri politici di Gdeim Izik e Khatri Daddah, e a garantire condizioni di detenzione dignitose e conformi agli standard internazionali.
Il Gruppo ha inoltre chiesto all’Ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i diritti umani (OHCHR) una revisione completa dei pareri n. 23/2023 – riguardanti i 18 prigionieri del gruppo Gdeim Izik – e n. 67/2023, relativo alla detenzione di due cittadini saharawi da parte delle autorità marocchine.
Preoccupazioni per rappresaglie:
Il documento denuncia anche le rappresaglie e intimidazioni subite dalle famiglie dei detenuti e dai loro avvocati, tra cui Claude Mongin Asfari, Joseph Breham, Ingrid Mitton ed Elise Tolly. Il Gruppo ha espresso “profonda preoccupazione” per queste segnalazioni, definendo simili pratiche “assolutamente inaccettabili”.
Appello globale:
Nelle sue conclusioni, il Gruppo di lavoro ha invitato tutti i Paesi a porre immediatamente fine a tali azioni che minano gli sforzi per garantire giustizia, ribadendo che la politica di detenzione arbitraria è una minaccia che colpisce non solo il Sahara Occidentale ma numerosi contesti a livello mondiale.
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