Sahara occidentale, 8 luglio 2025 – Nella storia della lotta per l’indipendenza del popolo saharawi, pochi nomi risuonano con la forza e l’originalità di quello del combattente Salma Mohamed Lakhlifa. Prima uomo a progettare e costruire un drone artigianale all’interno dell’Esercito Popolare di Liberazione Saharawi (EPLS), Salma rappresenta non solo il coraggio e l’ingegno della resistenza, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo nella guerra di liberazione.
Nel novembre del 1975, mentre si consumava l’invasione marocchina del Sahara Occidentale e la popolazione saharawi veniva costretta all’esilio nei campi profughi della regione di Tindouf, Salma si unì volontariamente all’EPLS. Da quel momento, la sua vita divenne un cammino fatto di battaglie, sacrifici e innovazione.
Un'inventrice sul fronte del deserto:
Tra il 1976 e il 1989, Salma partecipò a numerose operazioni militari contro le forze marocchine: da Mazwar a Boujdour, da Wadi al-Saqia a Tralal, passando per Agha, Tata, Al-Duraihimiya e altri fronti oggi poco noti, ma impregnati del sangue e del coraggio di centinaia di combattenti.
Ma la sua vera rivoluzione non si fermò al campo di battaglia: nel 1986, durante una competizione tra le regioni militari dell’EPLS, Salma presentò due invenzioni straordinarie che cambiarono il volto della guerra saharawi. La prima: un drone rudimentale, telecomandato, costruito con materiali di fortuna, capace di volare e ricognire le posizioni nemiche. La seconda: un veicolo terrestre telecomandato, battezzato "Blandy", in grado di trasportare ed esplodere ordigni a distanza, tramite un sistema elettronico e manuale di guida remota.
“Lo mettevamo giù, ce ne andavamo e gli davamo l’ordine di bombardare”, racconta Salma con un sorriso, consapevole dell’importanza tattica della sua invenzione.
Anche se queste tecnologie non furono mai armate in modo sistematico, segnarono un’epoca e aprirono una nuova visione nella resistenza saharawi. Tanto che, secondo le testimonianze, fu lo stesso presidente Mohamed Abdelaziz a indossare personalmente l’emblema della regione che Salma rappresentava, onorandone il contributo.
Intelligenza, tenacia e memoria storica:
L’inventiva di Salma non si limitava all’elettronica. Fu anche autrice di una mappatura dettagliata del Primo Distretto Militare, capace di monitorare con precisione postazioni nemiche, basi marocchine, equipaggiamenti e movimenti. Una memoria strategica vivente, come ricorda il suo compagno d’armi Batah Muhammad Salem Al-Salik, che ne ha scritto una commossa testimonianza.
“Guarda il settore di ogni battaglione come vedi il palmo della tua mano”, diceva Salma, e tutti sapevano che non era un'esagerazione.
Una lista d’onore, non di hotel:
In una società in cui alcuni si vantano delle mete turistiche, Salma lasciava in eredità una lista di battaglie, ognuna segnata da ferite, sangue, perdite e resistenza. “Io mi vanto di Tralal, Ishiyaq, Al-Zallaqa, non di hotel a cinque stelle”, scriveva un suo commilitone. E in effetti, leggere i nomi delle battaglie e dei luoghi da lei attraversati è come sfogliare le pagine non scritte della storia della liberazione saharawi.
L’eredità di un’epoca di uomini e donne eccezionali:
Alla domanda del presidente Abdelaziz su quale fosse il suo desiderio, Salma rispose con umiltà e lucidità: “Voglio studiare elettronica, elettricità e meccanica. Voglio migliorarmi per aiutare la lotta del mio popolo con nuove idee.”
Questo spirito – visionario e pratico, rivoluzionario e umano – è ciò che rende Salma Mohamed Lakhlifa una figura leggendaria e moderna. Un simbolo della resistenza saharawi al femminile, del suo potenziale scientifico e militare, e della forza di chi non si è mai arreso.
Onore a Salma, ai suoi compagni, ai martiri, ai combattenti vivi e a chi porta la patria sulle spalle come lei ha portato un drone nel cielo del deserto.
