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Marocco: Espulso giornalista spagnolo da Dakhla


Sahara occidentale, 7 febbraio 2025 - Ancora una volta, il Marocco ha dimostrato la sua intolleranza nei confronti della libertà di stampa e dei diritti umani nei territori del Sahara Occidentale occupati. Mercoledì 5 gennaio, il giornalista spagnolo Francisco Carrión, inviato del quotidiano "El Independiente", è stato espulso dalla città di Dakhla, dove si era recato per documentare la situazione sul campo.

L'espulsione di Carrión si inserisce in un quadro più ampio di restrizioni e violazioni dei diritti umani perpetrate dal Marocco nei territori occupati. Le autorità marocchine hanno intensificato la repressione, impedendo l'accesso a osservatori internazionali, attivisti per i diritti umani e giornalisti stranieri. L'obiettivo è chiaro: isolare i territori occupati e impedire che vengano documentate le crescenti violazioni dei diritti umani.

Secondo quanto riferito da Hassan Zarwali, membro dell'Organizzazione per i Difensori dei Diritti Umani del Sahara Occidentale (CODESA), Carrión è stato bloccato all'aeroporto di Dakhla e immediatamente rimpatriato a Madrid con lo stesso volo con cui era arrivato.

Fonti di stampa saharawi hanno riferito che il giornalista è stato fermato e interrogato da agenti dell'intelligence marocchina, che gli hanno chiesto spiegazioni in merito alle sue precedenti visite ai campi profughi saharawi.

Nel suo commento sull'accaduto, Carrión ha evidenziato la profonda contraddizione tra la propaganda marocchina, che dipinge Dakhla come una "porta del paradiso" e promuove attivamente il turismo, e la realtà vissuta dal popolo saharawi, che lotta per la libertà e l'indipendenza.

Il giornalista spagnolo ha inoltre sottolineato la presenza massiccia di serre agricole nella regione di Dakhla, il cui sfruttamento è stato più volte criticato dalla Corte di Giustizia Europea, in quanto avviene senza il consenso del popolo saharawi e viola il diritto all'autodeterminazione.

L'espulsione di Francisco Carrión rappresenta un ulteriore attacco alla libertà di stampa e al diritto all'informazione. La sua testimonianza, seppur breve, offre uno spaccato sulla difficile situazione che i giornalisti e gli attivisti saharawi continuano ad affrontare quotidianamente, lottando per resistere all'occupazione marocchina e denunciare le violazioni dei diritti umani.

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