Ginevra (Svizzera), 14 dicembre 2024 - In occasione della giornata organizzata dal Gruppo dei Paesi Amici del Sahara Occidentale per commemorare il 64° anniversario della Risoluzione 1514 (XV) dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, pietra miliare del diritto all'autodeterminazione, il Sahrawi Mine Action Office (SMACO) ha presentato un rapporto sconvolgente che documenta i gravi crimini di guerra e le violazioni del diritto internazionale perpetrati dal Marocco nel Sahara Occidentale attraverso l'uso di droni.
Durante il suo intervento al Consiglio per i diritti umani, Gaici Nah, rappresentante dello SMACO, ha illustrato i dettagli del "Rapporto sugli effetti dei droni sui civili (2021-2024)", un'analisi approfondita delle conseguenze devastanti degli attacchi di droni nella regione. Il rapporto rivela un quadro allarmante di violenza e sofferenza.
Attacchi Indiscriminati e Vittime Civili:
Il rapporto documenta ben 92 attacchi di droni condotti dalle forze marocchine a partire dalla ripresa delle ostilità nel novembre 2020, in seguito all'attacco marocchino contro manifestanti pacifici nel varco illegale di Guergarat. Questo atto ha infranto il cessate il fuoco in vigore dal 1991, riprecipitando la regione in un conflitto armato. Gli attacchi hanno causato circa 300 vittime civili, con un tragico bilancio di circa 100 morti.
Fornitura di Armi e Tattiche Belliche:
L'uso di droni, forniti da Israele, Turchia e altre nazioni, ha permesso alle forze marocchine di condurre operazioni che travalicano gli obiettivi militari, includendo attacchi deliberati contro i civili. Le vittime sono prevalentemente civili Sahrawi, molti dei quali hanno subito lesioni gravissime o hanno perso la vita a causa dell'impiego di armi termobariche, soprattutto nelle remote aree desertiche dove l'accesso alle cure mediche è pressoché inesistente.
Conseguenze Umanitarie Catastrofiche
Le conseguenze umanitarie di questi attacchi sono catastrofiche. Il rapporto stima uno sfollamento di massa tra le 30.000 e le 40.000 persone, principalmente famiglie nomadi e rurali che hanno perso i loro mezzi di sussistenza, tra cui centinaia di cammelli e capi di bestiame. I loro veicoli e le infrastrutture di base sono stati distrutti. La già precaria situazione umanitaria è ulteriormente aggravata dalla mancanza di assistenza medica, che ha causato numerose morti evitabili.
Accuse di Crimini di Guerra:
Lo SMACO accusa il Marocco di flagranti violazioni dei principi di distinzione e proporzionalità del diritto internazionale umanitario, attraverso attacchi deliberati contro civili e infrastrutture non militari. Tali azioni, secondo il rapporto, configurano crimini di guerra e richiedono un'immediata risposta da parte della comunità internazionale.
Un'Escalation Allarmante e Strategie di Destabilizzazione:
Una fonte informata denuncia: “Il Marocco, nella sua escalation di ostilità oltre i confini del Sahara Occidentale, ha mostrato una sconcertante mancanza di controllo, trasformando i civili in obiettivi deliberati per testare e perfezionare la sua tecnologia dei droni. Non solo i Sahrawi sono stati vittime di questi attacchi, ma anche cittadini di paesi vicini come Algeria e Mauritania, che hanno perso la vita in operazioni che violano palesemente gli standard internazionali”.
Esperti di dinamiche politiche regionali sottolineano che “questo atteggiamento mira a imporre una guerra psicologica, scoraggiando il transito civile tra i confini vicini e sabotando le nuove prospettive economiche e di sviluppo promosse da Algeria e Mauritania, in una strategia che riflette la disperazione di Rabat di consolidare il proprio controllo nella regione”.
Richieste alla Comunità Internazionale:
Il rapporto conclude con un appello urgente al Marocco affinché cessi immediatamente gli attacchi contro i civili e consenta la creazione di un meccanismo di monitoraggio indipendente. Si richiede inoltre l'apertura di indagini internazionali sui crimini di guerra e le violazioni umanitarie commesse, nonché la fornitura di assistenza umanitaria urgente alle vittime.
Il rapporto sottolinea la responsabilità delle organizzazioni internazionali, incluse le Nazioni Unite e la Croce Rossa, di intervenire immediatamente per fermare queste atrocità e garantire che il Marocco sia ritenuto responsabile delle proprie azioni.
La giornata ha ribadito l'importanza cruciale del principio di autodeterminazione e ha denunciato le gravi e persistenti violazioni dei diritti umani che continuano a verificarsi nel Sahara Occidentale sotto l'occupazione marocchina.