Ginevra, 5 marzo 2024 – Nel corso della 55a sessione del Consiglio dei Diritti Umani, il Sudafrica ha ribadito il suo fermo sostegno al diritto del popolo Saharawi all'autodeterminazione e all'indipendenza. Il rappresentante permanente del Sudafrica presso le Nazioni Unite a Ginevra, Mxolisi Nkosi, ha sottolineato l'urgente necessità di porre fine alla colonizzazione del Sahara Occidentale, l'ultima colonia del continente africano.
Nkosi ha espresso la profonda preoccupazione del suo governo per l'incapacità dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) di accedere ai territori occupati del Sahara Occidentale, nonostante le numerose richieste e appelli in tal senso.
Situazione dei diritti umani drammatica
"La catastrofica situazione dei diritti umani nei territori occupati, aggravata dall'impedimento all'ingresso di osservatori indipendenti e media internazionali, richiede un'azione urgente da parte dell'OHCHR", ha affermato Nkosi.
Il Sudafrica ha quindi esortato l'Alto Commissario a "inviare una missione per valutare la grave situazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale e a riferire al Consiglio".
Sostegno all'autodeterminazione e contro il saccheggio delle risorse
Il sostegno del Sudafrica al popolo Saharawi si inserisce in un quadro più ampio di impegno per la giustizia e l'autodeterminazione dei popoli oppressi. La settimana scorsa, la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor ha invitato tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a intensificare gli sforzi per "conferire maggiore potere ai popoli Saharawi e palestinese nel loro perseguimento dei giusti diritti".
Pandor ha inoltre condannato il saccheggio delle risorse naturali nei territori occupati, definendolo una "flagrante violazione del diritto internazionale".
Un appello alla comunità internazionale
L'appello del Sudafrica alla comunità internazionale è chiaro: è tempo di agire per porre fine all'occupazione del Sahara Occidentale e per garantire al popolo Saharawi il diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza.
