Sahara occidentale, 28 novembre 2023 - Un articolo pubblicato sulla rivista Forbes il 27 novembre 2023 ha denunciato le attività del Marocco nel Sahara Occidentale, che il paese occupa illegalmente dal 1975. L'articolo, scritto dal giornalista Elías Ferrer Breda, ha rivelato che il Marocco sta cercando di legittimare la sua occupazione sviluppando nuovi progetti energetici nei territori occupati e corrompendo funzionari europei.
Il coordinatore della campagna "Il Sahara Occidentale non è in vendita/WSNS", Mahfoud Bechri, ha affermato che "la monarchia marocchina cerca di mascherare la sua occupazione" coinvolgendo imprese straniere nei suoi nuovi progetti. Queste aziende, ha detto Bechri, sono consapevoli dell'illegalità di ciò che stanno facendo, ma il Marocco le sta usando per creare un sentimento di "normalità" nell'occupazione.
Breda ha anche parlato dello scandalo di corruzione che ha travolto il Parlamento europeo quasi un anno fa. Il giornalista ha citato Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino in Polonia, accusato di finanziare campagne politiche e di fare regali di lusso a deputati europei. Secondo Breda, il governo marocchino è stato così aggressivo nelle sue attività di lobbying in Europa al punto da impegnarsi in attività illegali, compresa la corruzione.
La ragione principale per cui il Marocco è così disperato nel voler trasformare il Sahara Occidentale in un "business redditizio", secondo Breda, è "acquisire 'legittimità' compensando gli alti costi della colonizzazione e, soprattutto, gli enormi investimenti militari".
Nell'ambito del suo piano di produzione di energia verde, il Marocco prevede di schierare 200.000 lavoratori salariati nei territori occupati. Gli analisti stimano che il mantenimento del muro di sabbia costruito dall'esercito marocchino negli anni '80 costi circa 2 milioni di dollari al giorno.
Le attività del Marocco nel Sahara Occidentale sono illegali e violano i diritti umani della popolazione sahrawi. La comunità internazionale dovrebbe condannare l'occupazione marocchina e incoraggiare il Marocco a negoziare una soluzione pacifica al conflitto.
