القائمة الرئيسية

الصفحات

L'Italia riconosce lo status di rifugiato politico a Mohamed Dihani: un precedente storico per un attivista sahrawi


Roma, 19 settembre 2024 - Il tribunale civile di Roma ha concesso lo status di rifugiato politico a Mohamed Dihani, attivista sahrawi per i diritti umani perseguitato dal regime marocchino, segnando un importante precedente nella protezione dei diritti degli attivisti sahrawi in Italia. La sentenza, emessa il 16 settembre, ribalta il rifiuto precedentemente espresso dalla Commissione territoriale per la protezione internazionale, riconoscendo che il Marocco non è un paese sicuro per Dihani, che diventa così il primo attivista sahrawi a ricevere tale protezione in Italia.

Una sentenza storica:

La decisione del tribunale, che ha esaminato a fondo la situazione personale e politica di Mohamed Dihani, sottolinea l'importanza di proteggere coloro che sono vittime di persecuzione politica. Dihani, che ha testimoniato a luglio 2024, è stato giudicato "credibile" nelle sue denunce contro la repressione subita in Marocco. Le sue affermazioni, supportate da prove concrete e relazioni di organizzazioni internazionali indipendenti, descrivono anni di brutalità e abusi subiti fin dalla sua infanzia.

Nonostante la possibilità di un ricorso in Cassazione da parte dell'avvocatura dello Stato, questa sentenza rappresenta una svolta significativa nella lunga battaglia legale di Dihani, portando alla luce la dura realtà della persecuzione politica in Marocco.

Una vita di persecuzioni:

Mohamed Dihani, nato nel 1986 a El Aiun, capitale del Sahara Occidentale, ha vissuto fin da giovane la brutalità della polizia marocchina. Arrestato per la prima volta all'età di 9 anni, la sua vita è stata segnata da soprusi continui, culminati nel suo rapimento, tortura e condanna per "terrorismo". Dihani è scomparso per sei mesi prima di essere condannato senza prove, con l'ONU che ha chiesto la revisione del suo caso. Dopo quattro anni di isolamento in carcere, è stato rilasciato nel 2015, ma ha continuato a subire sorveglianza e pressioni da parte del regime.

Con l'aiuto di Amnesty International, Dihani ha cercato di fuggire in Italia, dove ha potuto entrare solo nel 2022 dopo una lunga battaglia legale. Tuttavia, il suo ritorno è stato ostacolato da una segnalazione di "terrorismo" nel Sistema Informativo Schengen (SIS), inserita dal Marocco senza alcuna prova, ma sufficientemente influente da impedirgli inizialmente l'ingresso in Italia.

Il riconoscimento dei diritti umani:

La sentenza del tribunale civile di Roma ha un grande valore simbolico, poiché non solo riconosce la persecuzione subita da Dihani, ma mette in luce il clima repressivo che colpisce qualunque attivista a favore dell'autodeterminazione del popolo sahrawi. Il tribunale ha citato vari casi di violazioni dei diritti umani in Marocco, qualificandole come "persecuzioni" che giustificano la concessione dell'asilo in base alla Convenzione di Ginevra del 1951.

Poiché il contesto di repressione persiste anche dopo l'arrivo di Dihani in Italia, il tribunale ha concluso che un'eventuale espulsione verso il Marocco sarebbe improponibile, data l'alta probabilità che subisca ulteriori violazioni dei suoi diritti fondamentali.

Smascherare l'accusa di terrorismo:

Un altro elemento cruciale della sentenza riguarda la contestazione decisa della segnalazione di Dihani come "terrorista", inserita su richiesta del Marocco nel SIS. Il tribunale ha respinto categoricamente questa accusa, giudicandola priva di fondamento e basata unicamente su motivazioni politiche. Nonostante questa segnalazione abbia ostacolato il suo ingresso in Italia, il tribunale ha chiarito che non esistono prove a sostegno delle accuse di "pericolosità" avanzate dalle autorità marocchine.

Un primo rifugiato sahrawi in Italia:

La concessione dello status di rifugiato politico a Mohamed Dihani rappresenta un evento storico, essendo il primo caso in cui un attivista sahrawi riceve tale protezione in Italia. Questo riconoscimento giunge in un momento critico per la comunità sahrawi, che, pur essendo ben integrata in Italia, continua a vivere sotto l'ombra dell'occupazione marocchina o in esilio forzato. La sentenza riflette la drammatica attesa di un popolo che cerca giustizia e autodeterminazione, in un contesto in cui la comunità internazionale, finora, non ha fornito una risposta adeguata.

L'affermazione dei diritti umani e il riconoscimento delle sofferenze del popolo sahrawi, come testimonia la vicenda di Mohamed Dihani, rappresentano un passo significativo nella battaglia per la libertà e la giustizia in Sahara Occidentale.

إذا أعجبك محتوى الوكالة نتمنى البقاء على تواصل دائم ، فقط قم بإدخال بريدك الإلكتروني للإشتراك في بريد الاخبار السريع ليصلك الجديد أولاً بأول ...

نموذج الاتصال

Nome

Email *

Messaggio *