Il Primo Ministro Saharawi, Hamudi Bucharaya Beyun, ha dichiarato al suo arrivo a Las Palmas de Gran Canarias per partecipare alla 45a Conferenza europea per il coordinamento del sostegno al popolo Saharawi (EUCOCO), che "Non ci sarà soluzione nel Sahara occidentale senza la libera espressione del popolo Saharawi alle urne".
Il primo ministro saharawi ha anche assicurato nelle sue dichiarazioni alla stampa che il referendum, firmato nel 1991 con il Marocco, è l'unica soluzione nell'ex colonia spagnola.
Nella sua breve dichiarazione, Beyun ha esposto l'attuale situazione del conflitto saharawi con il Marocco, in stato di guerra da quando il cessate il fuoco è stato rotto il 13 novembre 2020 dopo la violazione marocchina e l'importanza della recente sentenza del Tribunale dell'Unione Europea (CGUE).
La 45a Conferenza europea per il coordinamento del sostegno al popolo Saharawi (EUCOCO), che si terrà dal 10 al 11 nella città di La Palmas de Gran Canarias, sarà l'occasione per chiedere la fine dell'ingiustizia, delle violazioni dei diritti umani, dell'illegalità e l'occupazione marocchina del Sahara occidentale.
All'evento annuale parteciperanno delegazioni europee, africane e latinoamericane. Parteciperanno anche giuristi, politici, accademici, associazioni di solidarietà e una delegazione saharawi guidata dallo stesso Presidente del Consiglio della Repubblica Araba Saharawi Democratica.
La delegazione del governo Saharawi è composta da Oubbi Bucharaya Bachir, rappresentante del Fronte Polisario in Europa e nell'UE, il Ministro della Salute Pubblica della RASD, Jira Bulahi Bad, il Ministro della Cooperazione Saharawi, Fatma Mehdi e il rappresentante Saharawi per la Spagna, Abdulah Al Arabi.
Il Coordinamento Europeo di Solidarietà con il Popolo Saharawi (EUCOCO) ha deciso di organizzare la conferenza nelle Isole Canarie, a causa del rapporto storico e della vicinanza geografica di questa regione con il Sahara occidentale, nonché delle connotazioni politiche del paese ospitante dovute alla sua responsabilità storiche nei confronti del popolo Saharawi, in quanto potere amministrativo del territorio, secondo le disposizioni delle Nazioni Unite.