Sahara occidentale, 7 agosto 2025 – Dopo un periodo lontano dalle scene, l'attrice saharawi Nadhira Mohamed (conosciuta anche come Nazira Abid Louchaa) torna a emozionare il pubblico con una potente interpretazione da protagonista nel film Nomad Shadow, diretto dalla regista nippo-americana Eimi Imanishi.
La pellicola affronta con delicatezza e profondità il dramma umano dell’occupazione del Sahara Occidentale, allontanandosi da letture esotiche o superficiali. Il film si propone di raccontare in modo intimo e autentico ciò che migliaia di saharawi vivono quotidianamente in silenzio, portando sullo schermo le sfumature di un'identità spezzata tra esilio e resistenza.
Trama:
La storia ruota attorno a Mariam, una giovane donna saharawi deportata dalla Spagna che fa ritorno nella sua terra d’origine, oggi sotto occupazione marocchina. Al suo rientro, si trova a confrontarsi con il dolore dello sradicamento, il peso delle aspettative familiari e culturali, e l’urgenza di ricostruire la propria identità in una realtà oppressiva e frammentata. Nomad Shadow è un viaggio personale che si fa collettivo, rivelando come dietro ogni conflitto geopolitico vi siano persone reali, famiglie e generazioni intere che lottano per la dignità e la sopravvivenza.
Una coproduzione internazionale con cuore saharawi:
Il film è una coproduzione internazionale, sostenuta dal Ministero della Cultura della RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) in collaborazione con attori e tecnici saharawi, e con il contributo di professionisti provenienti da Spagna, Francia, Stati Uniti e Algeria. Le riprese si sono svolte nel 2024 in diverse località algerine grazie al supporto della casa di produzione Molga Film Production.
Cast principale
- Nadhira Mohamed – Mariam
- Omar Salem
- Suleiman Filal
- Regia: Eimi Imanishi
Un’opera coraggiosa e necessaria:
Con The Wanderer’s Shadow, il cinema saharawi si riappropria del proprio diritto di narrazione, offrendo una controproposta culturale e politica alle rappresentazioni dominanti. Un film che non solo denuncia, ma umanizza una lotta troppo spesso ignorata, restituendo voce e volto a un popolo in cerca di giustizia, memoria e futuro.