Baiso (Reggio Emilia), 21 luglio 2025 – Una giornata densa di emozioni, scoperta e dialogo ha visto sabato 19 luglio il Comune di Baiso, all’interno dell’Unione Tresinaro Secchia, farsi promotore di un incontro indimenticabile con i Piccoli Ambasciatori di Pace Saharawi, protagonisti di un progetto internazionale di accoglienza e solidarietà.
Tra natura e memoria: un viaggio educativo nel cuore dell’Appennino reggiano
I bambini saharawi, provenienti dai campi profughi del Sahara Occidentale, sono stati guidati in una coinvolgente esperienza tra storia e natura dal CEAS Terre Reggiane - Tresinaro Secchia, rappresentato da Debora Lervini e Laura Catellani. Il percorso li ha condotti alla scoperta dei fossili marini preistorici presenti nel territorio: un vero e proprio salto nel tempo che ha stimolato curiosità, meraviglia e voglia di conoscere.
Tra i momenti più affascinanti della giornata, la scoperta del Mosasauro, un antico rettile marino risalente a oltre 80 milioni di anni fa, ha suscitato entusiasmo e sorpresa nei piccoli visitatori, trasformando la visita in un'esperienza formativa di grande impatto.
Accoglienza istituzionale e legami di fratellanza:
Il momento centrale dell’iniziativa si è svolto presso la sede comunale, dove il Sindaco Fabio Spezzani e il Vicesindaco Andrea Barozzi hanno accolto con calore i giovani ambasciatori e i volontari accompagnatori. A testimonianza dell’importanza del gesto, il rappresentante saharawi Ragheb ha stretto la mano al primo cittadino, suggellando simbolicamente l’amicizia e il legame tra Baiso e il popolo saharawi.
Il sindaco Spezzani ha sottolineato l’importanza di continuare a investire in iniziative di educazione alla pace e alla cooperazione internazionale, ribadendo la volontà del Comune di sostenere progetti che, come questo, promuovono i diritti umani e la solidarietà tra i popoli.
Comunità e cooperazione: semi di giustizia
L’incontro è stato reso possibile grazie alla sinergia tra il Comune di Baiso, il CEAS Terre Reggiane - Tresinaro Secchia, la Rete Saharawi e il progetto Jaimas Sahrawi, con il contributo prezioso dei volontari locali.
Un esempio virtuoso di come la collaborazione tra enti locali, associazioni e cittadini possa diventare un vero e proprio strumento di diplomazia dal basso, educando le nuove generazioni alla pace, al rispetto e alla comprensione tra culture.
Quella di Baiso non è stata solo una giornata di accoglienza, ma una lezione di umanità e impegno civile, che dimostra come anche un piccolo Comune dell’Appennino possa contribuire a costruire un futuro più giusto e solidale.
