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Diplomazia e Resistenza: la causa saharawi avanza sul piano internazionale nonostante le manovre del Marocco


Sahara occidentale 11 luglio 2025 - La causa del popolo saharawi continua a ottenere importanti successi legali e diplomatici nei principali forum internazionali, a dispetto delle pressioni, delle alleanze opache e delle pratiche scorrette adottate dal regime di occupazione marocchino per legittimare il proprio dominio coloniale sul Sahara Occidentale.

Uno degli sviluppi più rilevanti è rappresentato dalla sentenza storica della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 4 ottobre 2024, che ha annullato gli accordi firmati tra Unione Europea e Marocco nella parte riguardante il Sahara Occidentale, in quanto stipulati senza il consenso del legittimo rappresentante del popolo saharawi, il Fronte POLISARIO.
Come conseguenza diretta, il numero di aziende straniere coinvolte nello sfruttamento illegale delle risorse saharawi — in particolare il fosfato — è crollato, passando da quindici a sole quattro nel corso del 2024.

L'ultima grande impresa a ritirarsi è stata la società australiana Dyno Nobel (ex Incitec Pivot), che ha annunciato la cessazione di tutte le attività legate all’importazione di fosfati provenienti dal territorio occupato. Una decisione salutata come una "vittoria politica ed etica" da Mohamed Fadel Kamal, rappresentante del Fronte POLISARIO in Australia e Nuova Zelanda.

Secondo Kamal, questo risultato è frutto di una lunga e sistematica campagna di pressione, coordinata dalla rappresentanza saharawi in collaborazione con il Comitato australiano di solidarietà con il popolo saharawi e l'Osservatorio internazionale per le risorse naturali del Sahara Occidentale. La campagna ha incluso incontri diretti con i dirigenti delle aziende coinvolte, invio regolare di lettere di protesta, nonché un’intensa attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e degli investitori istituzionali.

Il ritiro delle aziende australiane, ha aggiunto Kamal, ha contribuito a spingere numerosi fondi d’investimento a disinvestire da società implicate nello sfruttamento delle risorse saharawi, per evitare di incorrere in violazioni del diritto internazionale. In questo contesto, le sentenze favorevoli al Fronte POLISARIO hanno rafforzato la legittimità internazionale della causa saharawi, influenzando positivamente sia l'opinione pubblica che gli ambienti economici globali.

"La decisione di Dyno Nobel non è solo commerciale", ha dichiarato Kamal, "ma rappresenta il coronamento di decenni di lotta e mobilitazione internazionale a sostegno del diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi".

Il Sahara Occidentale resta una questione di decolonizzazione:

La questione del Sahara Occidentale rimane iscritta tra i processi di decolonizzazione delle Nazioni Unite. Il Comitato Speciale per la Decolonizzazione (Comitato dei 24) ha recentemente ribadito la necessità di organizzare un referendum sull'autodeterminazione, come stabilito dagli accordi internazionali, e ha condannato le manovre del Marocco volte a distorcere la natura giuridica del conflitto.

In questo quadro, sono particolarmente significative le recenti dichiarazioni dell’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, che ha smontato la narrativa marocchina, affermando che Rabat tenta sistematicamente di legittimare un'occupazione illegale e di sminuire il ruolo del Fronte POLISARIO come movimento nazionale di liberazione.

Le parole di Bolton, ha sottolineato il rappresentante del Fronte POLISARIO presso le Nazioni Unite e coordinatore con la MINURSO, dott. Sidi Mohamed Omar, assumono un peso particolare per la sua esperienza diretta nella questione, maturata al fianco dell’ex inviato speciale delle Nazioni Unite, James Baker.
"Bolton ha offerto una visione fondata e realistica del conflitto, e ha riaffermato che l’unica via legittima per risolvere la questione resta il referendum di autodeterminazione, accettato dallo stesso Marocco nel 1991", ha dichiarato Omar.
Secondo Omar, le dichiarazioni di Bolton costituiscono una chiara smentita delle ambizioni coloniali marocchine, basate su corruzione, pressioni diplomatiche e pratiche illegali.

"La nostra lotta non si ferma", ha concluso il diplomatico saharawi. "Il popolo del Sahara Occidentale continuerà a perseguire, con mezzi legittimi e supporto internazionale, il suo diritto inalienabile alla libertà e all'indipendenza".

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