Carmignano, 22 luglio 2025 – Lunedì 21 luglio, il Comune di Carmignano ha ospitato un incontro istituzionale di grande significato, ribadendo ancora una volta il forte legame di solidarietà che unisce la comunità locale al popolo saharawi. Protagonisti dell'incontro sono stati i bambini e le bambine saharawi accolti sul territorio, nell’ambito del progetto estivo di accoglienza umanitaria.
Alla presenza del Sindaco e dell’Assessore alle Politiche Giovanili, l’incontro ha rappresentato un importante momento di riflessione e condivisione. Le istituzioni locali hanno espresso la loro piena vicinanza alla causa saharawi, sottolineando il valore educativo, culturale e umano di queste esperienze di ospitalità.
Tra gli ospiti d’onore, la Ditta Fildrop, azienda da anni vicina al progetto e che si è distinta per il suo continuo impegno sociale a favore dei piccoli ospiti provenienti dai campi profughi Saharawi in Algeria. La sua presenza ha testimoniato come il sostegno alla causa possa e debba coinvolgere anche il tessuto produttivo locale.
Fondamentale il ruolo dell’Associazione Ban Slout Larbi, che coordina il progetto di accoglienza sul territorio e che, in questa occasione, ha voluto ringraziare l’amministrazione comunale per la sua costante disponibilità e sensibilità. L’associazione ha sottolineato come questi “piccoli ambasciatori di pace” rappresentino non solo un legame concreto con la realtà saharawi, ma anche una possibilità per la cittadinanza di aprirsi al dialogo e alla solidarietà internazionale.
L’incontro si è svolto in un clima di calore umano e partecipazione attiva, confermando l’importanza del coinvolgimento delle istituzioni locali nel sostenere e dare visibilità a questioni internazionali troppo spesso dimenticate. Iniziative come questa contribuiscono a rafforzare una cultura dell’accoglienza, della pace e della giustizia, valori fondamentali su cui si fonda la convivenza civile.
Carmignano si conferma così un esempio concreto di come la solidarietà possa essere tradotta in azioni tangibili, capaci di lasciare un segno profondo, non solo nei cuori dei giovani saharawi, ma anche nella coscienza collettiva di una comunità.
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