Sahara occidentale, 3 marzo 2025 - La recente sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), che ha annullato la decisione della Confederazione Africana di Calcio (CAF) relativa alla controversa partita tra l'USM Alger e l'RS Berkane, è stata accolta con entusiasmo come una significativa vittoria per la causa del Sahara Occidentale. Salama Mohamed Youcef, Segretario Generale del Ministero della Gioventù e dello Sport saharawi, ha sottolineato l'importanza di questa decisione, che smaschera le tattiche manipolative del Marocco nel tentativo di legittimare la sua occupazione.
Il cuore della disputa risiedeva nelle maglie dell'RS Berkane, che presentavano una mappa del Marocco includente i territori del Sahara Occidentale. Il TAS, accogliendo il ricorso della Federazione Algerina di Calcio (FAF) e dell'USM Alger, ha emesso un severo ammonimento alle autorità sportive marocchine, accusandole di aver strumentalizzato lo sport per fini di propaganda neocoloniale.
"Questa sentenza rappresenta un trionfo cruciale nella lotta del popolo saharawi per la libertà e l'indipendenza," ha dichiarato Salama Mohamed Youcef all'APS. "Essa mette a nudo i tentativi del Marocco di imporre il fatto compiuto attraverso ogni mezzo, sia esso militare, politico, culturale o sportivo, in violazione del diritto internazionale."
Il funzionario saharawi ha inoltre evidenziato come questa decisione rappresenti un chiaro avvertimento al Marocco: lo sport non può essere utilizzato come strumento di espansionismo coloniale. "Il TAS ha sbarrato la strada a future manipolazioni simili, ricordando al Makhzen che lo sport deve rimanere al di sopra delle dispute politiche e in linea con le leggi e le risoluzioni internazionali."
In conclusione, Salama Mohamed Youcef ha affermato che la sentenza del TAS è una vittoria per tutti coloro che credono nella giustizia e nei diritti umani. "Qualsiasi costruzione basata sull'ingiustizia e sulla disonestà è destinata al fallimento," ha ribadito, sottolineando la determinazione del popolo saharawi a perseguire il proprio diritto all'autodeterminazione.