Ginevra, 22 marzo 2025 - Forte allarme sulla situazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco. Due organizzazioni non governative internazionali hanno espresso "profonda preoccupazione" durante la 58ª sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, tenutasi a Ginevra. La Federazione Internazionale per la Protezione dei Diritti delle Minoranze Etniche, Religiose e Linguistiche e il Movimento Internazionale Giovanile e Studentesco per le Nazioni Unite hanno denunciato, in una dichiarazione congiunta letta dall'attivista saharawi Amma Lahbib, una "persistente crisi dei diritti umani" che affligge la popolazione locale.
Le ONG hanno evidenziato come i difensori dei diritti umani, i giornalisti e gli studenti saharawi siano "regolarmente presi di mira" per aver documentato abusi e violazioni. I manifestanti pacifici, hanno aggiunto, sono vittime di "violenza e intimidazione", con numerosi arresti arbitrari. Secondo le organizzazioni, queste azioni non sono episodi isolati, ma riflettono una "politica volta a mettere a tacere il dissenso e le legittime richieste di autodeterminazione".
Le ONG hanno lanciato un appello al Consiglio per i Diritti Umani affinché svolga un ruolo attivo nella protezione dei diritti umani della popolazione saharawi, definita "l'ultima colonia dell'Africa". Hanno inoltre esortato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a includere il monitoraggio dei diritti umani nel mandato della Missione delle Nazioni Unite per il referendum sull'autodeterminazione nel Sahara Occidentale (MINURSO), attualmente l'unica missione ONU senza tale mandato.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in un rapporto di ottobre, aveva già espresso "preoccupazione" per la mancanza di accesso dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) al Sahara Occidentale. Guterres ha sottolineato come l'assenza di un monitoraggio indipendente e regolare della situazione dei diritti umani ostacoli una valutazione completa della situazione. Ha inoltre confermato la ricezione di segnalazioni di "restrizioni, intimidazioni e molestie contro gli attivisti saharawi", indicando una progressiva riduzione dello "spazio civico.