Ginevra, 19 marzo 2025 - In un intervento deciso al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l'Algeria ha confutato con forza le accuse mosse da entità legate alla diplomazia marocchina, volte a gettare ombre sulle condizioni di vita dei rifugiati saharawi nei campi. La rappresentante algerina, Celia Alwani, ha denunciato tali affermazioni come tentativi di minare la credibilità delle agenzie ONU e delle 28 ONG operanti nei campi.
Accoglienza e trasparenza: pilastri dell'impegno algerino:
Alwani ha ricordato che l'Algeria ospita i rifugiati saharawi da oltre mezzo secolo, garantendo un accesso incondizionato ai campi. Questi ultimi rimangono aperti a visite di donatori, organizzazioni internazionali, giornalisti e osservatori, assicurando la massima trasparenza nella gestione degli aiuti umanitari.
Visite ONU e monitoraggio degli aiuti:
Nel solo 2024, l'UNHCR ha organizzato tre visite ai campi, coinvolgendo ambasciatori e rappresentanti di agenzie ONU come il Programma Alimentare Mondiale, l'UNICEF e l'Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre a partner del settore privato. Alwani ha sottolineato che la distribuzione degli aiuti è rigorosamente monitorata dall'UNHCR, in collaborazione con la Mezzaluna Rossa saharawi e la società civile, un sistema elogiato dal Coordinatore Residente delle Nazioni Unite.
Smentite le accuse di reclutamento di bambini:
Le accuse di reclutamento di bambini saharawi sono state categoricamente respinte, con Alwani che ha citato rapporti dell'UNICEF attestanti la presenza di oltre 40.000 bambini nelle scuole dei campi e di 7.000 studenti saharawi in istituti al di fuori dei campi, finanziati dall'Algeria.
Diritti umani nei territori occupati: un appello all'attenzione:
Alwani ha esortato la comunità internazionale a non trascurare le gravi violazioni dei diritti umani subite dai saharawi nei territori occupati, dove la repressione è in corso dal 2015 nel silenzio dei media. Questo intervento riafferma l'impegno dell'Algeria nella difesa dei diritti dei rifugiati saharawi e la sua opposizione alle campagne di disinformazione.
