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Sahara Occidentale: escalation della repressione marocchina contro giornalisti e osservatori internazionali


Campi profughi saharawi, 8 febbraio 2025 - L'Unione dei giornalisti e scrittori saharawi (UPES) ha denunciato con forza l'espulsione del giornalista spagnolo Francisco Carrión, del quotidiano El Independiente, dalla città occupata di Dakhla, nel Sahara Occidentale. Questo atto, secondo l'UPES, rappresenta un'ulteriore escalation della repressione marocchina nei confronti della libertà di stampa e conferma il persistente blocco mediatico, di polizia e militare imposto alle aree occupate della Repubblica saharawi.

L'UPES ha dichiarato che il Marocco consente l'accesso al Sahara Occidentale occupato solo a coloro che intendono promuovere la propaganda coloniale, mentre nega l'ingresso a giornalisti, attivisti e osservatori che affrontano la questione saharawi in modo imparziale o che esprimono solidarietà con la lotta del popolo saharawi per l'autodeterminazione.

Francisco Carrión, considerato uno dei giornalisti più esperti sulla questione del Sahara Occidentale, si era recato a Dakhla per realizzare un'inchiesta sulla repressione quotidiana subita dalla popolazione saharawi. Le sue precedenti pubblicazioni e articoli hanno sempre освещали la situazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale e le sue implicazioni.

L'espulsione di Carrión non è un caso isolato. Nelle ultime settimane, anche membri del Coordinamento delle associazioni di amicizia con il popolo saharawi (CEAS) e il giornalista José Carmona sono stati allontanati da Dakhla. Secondo diverse fonti, negli ultimi anni il Marocco ha espulso oltre 307 persone, tra cui operatori dell'informazione, avvocati e attivisti per i diritti umani, nel tentativo di impedire loro di indagare o documentare la situazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale occupato.

La comunità internazionale ha più volte espresso preoccupazione per le violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale e ha chiesto al Marocco di rispettare la libertà di stampa e di consentire l'accesso a osservatori indipendenti. Tuttavia, il Marocco continua a negare l'accesso a giornalisti e organizzazioni internazionali, mantenendo un rigido controllo sull'informazione e ostacolando ogni tentativo di fare luce sulla situazione nel territorio.

L'UPES e altre organizzazioni per i diritti umani chiedono al Marocco di porre fine alla repressione contro i giornalisti e gli osservatori internazionali e di rispettare il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione.

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