Campi profughi saharawi, 8 gennaio 2024 - Domenica 7 gennaio, in un discorso alla giornata di porte aperte organizzata dall'Ufficio Sahrawi per il coordinamento dell'azione contro le mine, il presidente dell'Associazione dei parenti dei detenuti e delle persone scomparse sahrawi (AFAPREDESA), Abdeslam Omar, ha denunciato i bombardamenti contro i civili sahrawi con i droni come una continuazione dei crimini di genocidio commessi dall'occupazione marocchina del Sahara Occidentale.
Omar ha sottolineato che le accuse dell'AFAPREDESA non sono solo parole, ma che sono supportate da prove concrete. Il tribunale nazionale spagnolo, specializzato in casi complessi, ha infatti concluso che esiste un insieme ragionevole di prove che consentirebbe ai funzionari civili e militari marocchini di essere accusati di genocidio nel Sahara Occidentale attraverso attacchi sistematici contro civili tra il 1975 e il 1991.
Omar ha inoltre ritenuto responsabili le organizzazioni umanitarie internazionali, in particolare la Croce Rossa Internazionale, del genocidio praticato dal Regno del Marocco contro i sahrawi. La Croce Rossa, infatti, non è stata in grado di visitare i prigionieri politici sahrawi dal 1996 a causa di ostacoli marocchini.
Infine, Omar ha ritenuto lo Stato spagnolo pienamente responsabile delle sue responsabilità giuridiche, politiche e morali nei confronti della sua ex colonia.
Le accuse dell'AFAPREDESA sono gravi e meritano di essere prese in considerazione dalla comunità internazionale. I bombardamenti contro i civili sahrawi sono una chiara violazione del diritto internazionale umanitario e costituiscono un atto di genocidio. Le organizzazioni umanitarie internazionali e lo Stato spagnolo dovrebbero assumersi la loro responsabilità e fare pressione sul Marocco per porre fine a questi crimini.
