I 19 prigionieri politici saharawi del gruppo Gdeim Izik sono un esempio del disprezzo assoluto del Marocco per i meccanismi dei diritti umani delle Nazioni Unite.
Sono trascorsi tre anni dalla condanna del gruppo Gdeim Izik in un processo orchestrato dal governo marocchino con l'unico scopo di dare un'immagine di giustizia e indipendenza della legge in relazione al potere politico.
Tuttavia, non c'era altro che un grande teatro. Nessuna prova coerente è stata presentata contro gli imputati, nessuna prova forense o qualsiasi altra prova diversa dalle accuse politiche.
La tortura subita dai prigionieri non è stata indagata in base al protocollo di Istanbul, nonostante il Marocco l'abbia falsificato dichiarazioni.
La tortura non si è fermata e i 19 prigionieri continuano a subire prolungati reclusi, molestie, ritorsioni e negligenza medica intenzionale.
Maître Olfa Ouled, un avvocato di questi prigionieri, ha presentato numerose denunce alle autorità marocchine per il deterioramento dello stato di salute dei suoi clienti.
L'avvocato si è rivolto non solo al ministero della Giustizia, al procuratore generale del re e al DGAPR (amministrazione carceraria), ma anche al CNDH stesso. Nessuna di queste istituzioni ha avviato un'indagine sulle violazioni dei diritti umani subite da questi prigionieri.
La situazione di questi prigionieri sta peggiorando e la Corte di Cassazione (Corte suprema marocchina), che non ha ancora emesso una decisione.