Barcellona (Spagna), 6 novembre 2025 – Il Centro Internazionale Ascari per le Minoranze Etniche e le Nazioni (CIEMEN) ha ospitato mercoledì 5 novembre a Barcellona un importante incontro dedicato al Sahara Occidentale, inserito nel programma della conferenza “50 Anys de Resistència del Sàhara Occidental” (50 Anni di Resistenza del Sahara Occidentale). L’evento ha riunito rappresentanti politici, associazioni di solidarietà, attivisti e membri della società civile, creando uno spazio di confronto sul futuro del popolo saharawi nel quadro delle recenti dinamiche politiche internazionali.
Un appuntamento dal forte significato storico:
La conferenza si è svolta nel contesto del cinquantesimo anniversario dell’avvio della resistenza saharawi e all’indomani dell’adozione della Risoluzione 2797 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A introdurre i lavori è stata Marta Rosique, della Fundació Drets Col·lectius dels Pobles, sottolineando la necessità di mantenere alta l’attenzione internazionale su un conflitto spesso ignorato dai media globali.
I contributi dei relatori:
Tra gli interventi principali:
- Mohamed Salem Laabid, Rappresentante del Fronte Polisario in Catalogna, ha ripercorso le tappe centrali della questione del Sahara Occidentale dal 1975 a oggi, evidenziando come le potenze internazionali abbiano più volte ostacolato il processo di decolonizzazione. Ha inoltre analizzato la Risoluzione ONU 2797, definita “un passo diplomatico significativo”, che conferma il ruolo del Fronte Polisario come attore politico legittimo nella ricerca di una soluzione.
- Najat Braim, portavoce della Gioventù Saharawi (Jove Saharauí), ha denunciato le sistematiche violazioni dei diritti umani nei territori occupati dal Marocco, con particolare attenzione alla repressione contro attivisti e giovani che rivendicano pacificamente il diritto all’autodeterminazione.
L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno dell’Associazione Catalana Amici del Popolo Saharawi (ACAPS).
Risoluzione 2797 e responsabilità storiche della Spagna:
Nella discussione, i relatori hanno richiamato l’attenzione sul ruolo che la Spagna, in quanto ex potenza amministratrice, è ancora legalmente chiamata a svolgere nel completamento del processo di decolonizzazione. Tale responsabilità, è stato ricordato, trova fondamento in una serie di decisioni giudiziarie internazionali:
- Corte di Giustizia dell’Unione Europea (4 ottobre 2024),
- Corte Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli (settembre 2022),
- Corte Suprema Spagnola (luglio 2014).
Queste sentenze ribadiscono la necessità di riconoscere al popolo saharawi il pieno esercizio del diritto all’autodeterminazione.
Mobilitazione e prospettive:
Al termine dell’incontro è stata annunciata una manifestazione prevista per l’8 novembre davanti alla Delegazione del Governo spagnolo a Barcellona, con l’obiettivo di denunciare i tentativi di marginalizzare la questione saharawi e di sollecitare la Spagna a rispettare i propri obblighi internazionali.
Hanno espresso il loro pieno sostegno alla mobilitazione:
- il Partito Repubblicano Catalano,
- il Partito di Stato Catalano,
- il Partito Comun,
- e l’Associazione di Amicizia con il Popolo Saharawi.
Tutte le organizzazioni presenti hanno riaffermato il proprio impegno affinché il popolo saharawi possa raggiungere la piena sovranità e indipendenza.

