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Il Sahara Occidentale occupato diventa un poligono di prova: I test dei droni kamikaze israeliani rivelano l'escalation militare del Marocco



Smara (Sahara Occidentale occupato), 21 ottobre 2025 – Il media marocchino Le Desk ha pubblicato nuovi filmati che documentano i test di droni kamikaze SpyX, prodotti dall’azienda israeliana BlueBird Aero Systems, sussidiaria della Israel Aerospace Industries (IAI).

Il video, girato in un’area desertica a nord-ovest di Smara, mostra attacchi diretti contro un carro armato M60 e un veicolo blindato Ratel, entrambi dismessi dalle Forze Armate Reali (FAR) e impiegati come bersagli statici.

Le coordinate geografiche visibili nel filmato (≈ 26.57° N, 11.54° O) collocano inequivocabilmente i test nel Sahara Occidentale occupato, in una zona militare isolata sotto controllo marocchino.
Secondo Le Desk, le operazioni sono state condotte con il supporto della Gendarmeria Reale marocchina, utilizzando stazioni mobili di lancio e controllo.


Militarizzazione del territorio occupato:

La decisione di effettuare test militari all’interno del Sahara Occidentale rappresenta un atto grave dal punto di vista politico e giuridico.
Il Marocco, infatti, sta utilizzando un territorio riconosciuto dalle Nazioni Unite come “non autonomo” per testare armi offensive, in violazione del diritto internazionale umanitario e delle Convenzioni di Ginevra.

Queste manovre non costituiscono un semplice esercizio tecnico, ma si inseriscono in una più ampia strategia di militarizzazione volta a consolidare la presenza marocchina nei territori occupati e a inviare un segnale di forza nel pieno del conflitto con l’Esercito Popolare di Liberazione Saharawi (SPLA).

Mentre il popolo saharawi attende da decenni l’attuazione delle risoluzioni ONU sul referendum per l’autodeterminazione, il Marocco sta trasformando il deserto in un campo di prova per la tecnologia militare israeliana.
Un deserto che, invece di rappresentare libertà e autodeterminazione, si trasforma in un laboratorio di guerra e occupazione prolungata.


Silenzio internazionale e complicità implicita:

Né le Nazioni Unite né la Missione per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO) hanno rilasciato commenti ufficiali.
La MINURSO, priva di mandato per monitorare i diritti umani, continua a mantenere un ruolo marginale e puramente osservativo.

Organizzazioni saharawi e movimenti di solidarietà internazionale denunciano da giorni che il Marocco sta utilizzando un territorio occupato come banco di prova per armi da guerra, in violazione dell’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra, che vieta l’uso e lo sfruttamento militare di territori occupati.

La coincidenza temporale non è casuale: i test avvengono proprio mentre il Consiglio di Sicurezza ONU si prepara a discutere, il 30 ottobre, il rinnovo del mandato della MINURSO.
Il messaggio di Rabat è chiaro: dimostrare potenza militare e controllo territoriale davanti alla comunità internazionale.


L’alleanza militare con Israele e il prezzo dell’occupazione:

L’azienda israeliana BlueBird Aero Systems ha pubblicato a sua volta un video promozionale che mostra i test del drone SpyX nella provincia occupata di Smara — una mossa interpretata come dimostrazione pubblicitaria e geopolitica dell’alleanza militare tra Marocco e Israele.

🔴 “Trasformare il Sahara Occidentale in un poligono di prova per armi israeliane non solo esacerba l’occupazione, ma rivela il paradosso tra la retorica della modernizzazione e la realtà della repressione subita dai Saharawi.”

Mentre Rabat esibisce le proprie capacità tecnologiche e si prepara ai Mondiali di calcio del 2030, continua a imprigionare attivisti, torturare prigionieri politici e impedire l’accesso agli osservatori internazionali.

La presenza di droni suicidi in una regione che dovrebbe essere sottoposta a supervisione internazionale minaccia direttamente la popolazione civile saharawi, già vittima di un’occupazione decennale e di un silenzio diplomatico che legittima l’abuso.


I test dei droni SpyX a Smara sono un segnale inequivocabile:

il Marocco non si limita a occupare, ma normalizza la guerra nel Sahara Occidentale, consolidando un’alleanza strategica con Israele a spese di un popolo che rivendica solo il proprio diritto alla libertà.

Il deserto saharawi, un tempo simbolo di resistenza e dignità, rischia di diventare il laboratorio silenzioso di una guerra dimenticata.

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