Johannesburg, 22 luglio 2025 – Un'ondata di indignazione ha travolto il panorama politico sudafricano dopo il recente impegno diplomatico dell'ex presidente Jacob Zuma, ora leader del piccolo partito scissionista Umkhonto we Sizwe (MK), a favore dell'agenda coloniale del Marocco nel Sahara Occidentale. Le sue azioni hanno scatenato dure condanne da parte di figure di spicco come Julius Malema dell'Economic Freedom Fighters (EFF) e del suo ex partito, l'African National Congress (ANC), che lo hanno apertamente definito un "traditore".
La polemica è esplosa in seguito all'incontro di Zuma con il Ministro degli Esteri marocchino Nasser Bourita a Rabat. L'incontro è stato ulteriormente complicato dall'uso inappropriato della bandiera sudafricana da parte marocchina, un gesto che ha evidenziato come Zuma non rappresentasse lo Stato sudafricano, ma agisse a titolo personale e in nome del suo partito.
La Ferma Condanna di Julius Malema:
Julius Malema non ha usato mezzi termini nel condannare le azioni di Zuma, affermando che la sua visita e il suo appoggio alla posizione del Marocco equivalgono a un "tradimento della lotta anticoloniale in Africa". "Sul Marocco, quella è stata una posizione di totale svendita", ha dichiarato Malema, sottolineando che la questione non è la libertà di un ex capo di Stato di visitare qualsiasi paese, ma piuttosto la posizione assunta da Zuma e dal suo partito riguardo al Marocco.
Malema ha ribadito la ferma solidarietà dell'EFF con il movimento indipendentista saharawi: "Siamo molto chiari: siamo dalla parte del popolo del Sahara occidentale e dobbiamo assicurarci che anche loro possano realizzare la loro libertà nel corso della loro vita". Le affermazioni di Zuma si pongono in netto contrasto con la politica estera di lunga data del Sudafrica, basata sul sostegno alla Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) e sull'opposizione all'espansionismo coloniale del Marocco.
La Dura Reazione dell'ANC:
Anche l'ANC, un tempo roccaforte politica di Zuma, ha condannato fermamente l'incontro e l'uso simbolico della bandiera nazionale sudafricana. Il partito ha definito tali azioni "sconsiderate", "provocatorie" e una chiara violazione delle norme diplomatiche. "Questa inclusione dei nostri simboli nazionali in attività di parte organizzate da potenze straniere non è solo fuorviante, ma fa parte di un più ampio programma di ingerenza straniera", ha dichiarato l'ANC in una nota ufficiale. Il partito al governo ha inoltre esortato il Dipartimento per le Relazioni Internazionali e la Cooperazione (DIRCO) a presentare una protesta diplomatica formale e a chiedere scuse alle autorità marocchine.
Fikile Mbalula, Segretario Generale dell'ANC, è stato ancora più esplicito, definendo le azioni di Zuma "non una sorpresa" e l'ex presidente un "traditore degno di nota". "Noi, come ANC, combatteremo fianco a fianco per l'autodeterminazione del popolo saharawi. Siamo solidali con loro e il Marocco deve fermare l'occupazione del Sahara Occidentale", ha affermato Mbalula. Ha poi rincarato la dose: "Zuma non è un messia. È un traditore degno di nota. Qualunque sia il motivo, non ci sorprende che si stia comportando in questo modo".
L'ANC ha proseguito accusando Zuma di minare l'integrità diplomatica del Paese e di aver voltato le spalle ai valori panafricani. Il portavoce dell'ANC, Mahlengi Bhengu, ha commentato: "Il leader dell'MKP ha rivelato la sua vera natura. È vergognoso che un ex leader di un movimento di liberazione si opponga ora alla creazione di un'Africa giusta e democratica".
L'allineamento di Zuma con le autorità marocchine ha riacceso tensioni storiche e intensificato il dibattito politico sui media sudafricani, sollevando interrogativi sui motivi dietro questa mossa e sulle sue ampie implicazioni. La controversia ha inoltre riaffermato l'attenzione sul sostegno di principio e di lunga data del Sudafrica al diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi.
