Reggio Emilia, 21 luglio 2025 – Nella storica e simbolica Sala del Tricolore, cuore della vita civica reggiana, si è svolta il 19 luglio una cerimonia toccante e profondamente significativa: il saluto ufficiale ai Piccoli Ambasciatori di Pace Saharawi, bambini provenienti dai campi profughi del Sahara Occidentale, ospitati in diversi comuni della provincia nell’ambito del programma nazionale di accoglienza estiva promosso dalla Rete Saharawi e coordinato localmente dall’associazione Jaima Sahrawi ODV, attiva da 25 anni nel sostegno alla causa saharawi.
L’incontro ha riunito rappresentanti istituzionali, autorità locali, volontari, famiglie ospitanti e, soprattutto, i veri protagonisti dell’iniziativa: i bambini saharawi, accolti con affetto da 25 famiglie di 17 comuni della provincia di Reggio Emilia, tra cui Reggio Emilia, Scandiano, Casalgrande, Guastalla, Gualtieri, Rubiera, Quattro Castella, Baiso, Rolo, Fabbrico, Albinea, Luzzara, Boretto, Cavriago, Novellara.
Un gesto umanitario che diventa azione politica:
L’apertura della cerimonia è stata affidata ai saluti delle autorità locali, seguiti dagli interventi di numerosi amministratori e rappresentanti delle associazioni. Tra loro Elena Carletti, in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato l’importanza strategica dei progetti di cooperazione decentrata:
“È un orgoglio per la nostra regione sostenere il popolo saharawi attraverso iniziative concrete che uniscono accoglienza, cultura e salute. Oggi più che mai dobbiamo tendere la mano anche ad altri popoli martoriati, come i bambini di Gaza.”
Anche Giuseppe Daviddi, sindaco di Casalgrande, ha ribadito l’impegno del suo comune e dell’Unione Tresinaro Secchia:
“Oggi celebriamo 25 anni di amicizia concreta, costruita giorno dopo giorno. La nostra comunità vuole essere un presidio di pace e autodeterminazione.”
Il messaggio del Fronte Polisario:
Un momento di particolare intensità è stato l’intervento di Fatima Mahfud, rappresentante in Italia del Fronte Polisario, che ha ringraziato le istituzioni e la cittadinanza per la loro solidarietà costante:
“Questi bambini sono ambasciatori di speranza. Ogni gesto di accoglienza è una dichiarazione di impegno per un mondo più giusto, per il diritto alla terra, alla libertà e alla dignità del nostro popolo.”
Il presidente del Consiglio comunale di Reggio Emilia, Matteo Iori, ha ricordato il valore umano e morale dell’iniziativa, citando Sandro Pertini:
“Esiste ancora una rete di umanità, di famiglie, enti e associazioni che portano avanti un sogno di giustizia. Come diceva Pertini: ‘Talvolta è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza’.”
Doni simbolici e abbracci sinceri:
A rendere ancora più emozionante la giornata è stato il momento della consegna dei doni: grazie al progetto Il calore della Pace, i volontari del gruppo AUSER di Albinea e Reggio Emilia, coordinati dalla presidente Tiziana Verzellesi, hanno realizzato a mano sciarpe e cappelli con i colori della pace, consegnati a ciascun bambino come simbolo di affetto concreto e duraturo.
Un legame che dura nel tempo:
L’iniziativa, giunta al venticinquesimo anno nella provincia reggiana, rappresenta non solo un gesto di accoglienza, ma un atto politico e culturale, volto a mantenere viva l’attenzione sulla questione del Sahara Occidentale, ancora oggi oggetto di occupazione e violazione dei diritti fondamentali. Un messaggio forte, chiaro e necessario: la solidarietà è ancora possibile.
La mattinata si è conclusa tra sorrisi, fotografie, strette di mano e abbracci, a suggellare un legame che continua a unire le comunità italiane e il popolo saharawi nella comune ricerca di giustizia, libertà e pace.


