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Forum Diplomatico ad Algeri: Solo il referendum può garantire l’autodeterminazione del popolo Saharawi



Algeri, 22 luglio 2025 – Si è conclusa lunedì 21 luglio ad Algeri la sesta edizione del Forum Diplomatico di Solidarietà con il Popolo Saharawi, che ha visto la partecipazione di rappresentanti di 21 paesi, riuniti presso l’ambasciata del Sudafrica. I partecipanti hanno ribadito con forza che il referendum di autodeterminazione rappresenta l’unica soluzione legittima e duratura al conflitto nel Sahara Occidentale.

In una dichiarazione congiunta, gli ambasciatori presenti hanno elogiato la resilienza e la determinazione del popolo saharawi, riaffermando che il diritto all'autodeterminazione è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e che il processo referendario costituisce l'unico strumento conforme al diritto internazionale per garantire tale diritto.

Particolare enfasi è stata data al contesto simbolico dell'anno in corso, che segna il 50° anniversario dell’occupazione militare del Sahara Occidentale da parte del Marocco, un fatto che – hanno sottolineato i partecipanti – rappresenta una delle ultime vestigia coloniali del continente africano. In questo senso, è stato rivolto un appello pressante alla comunità internazionale, e in particolare alle Nazioni Unite, affinché assumano pienamente le proprie responsabilità e rilancino con urgenza il processo di pace.

Nel comunicato finale, è stata sollecitata l’azione immediata del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, e del suo Inviato Personale per il Sahara Occidentale, Staffan de Mistura, affinché si riattivi un processo negoziale credibile, finalizzato a garantire il pieno esercizio del diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi.

Il Forum ha anche invitato l’Unione Africana (UA) a svolgere un ruolo più incisivo, in qualità di partner delle Nazioni Unite, per promuovere una soluzione definitiva e giusta alla questione saharawi, in linea con i principi dell'Atto Costitutivo dell’UA.

La Spagna, in quanto potenza amministratrice del territorio, è stata esortata a non sottrarsi alle proprie responsabilità storiche, legali e morali, contribuendo in maniera concreta al processo di decolonizzazione.

Sul fronte dei diritti umani, i partecipanti hanno condannato le continue violazioni da parte delle autorità marocchine nei confronti della popolazione saharawi nei territori occupati, chiedendo l’intervento immediato della comunità internazionale per il rilascio di tutti i prigionieri civili saharawi detenuti nelle carceri marocchine.

È stato inoltre denunciato il saccheggio sistematico delle risorse naturali del Sahara Occidentale, sottolineando l’illegalità delle attività economiche condotte dal Marocco. A tal proposito, il Forum ha accolto con favore le recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e la storica decisione della Corte Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli, che riaffermano il diritto esclusivo del popolo saharawi a disporre delle proprie risorse.

Un altro punto saliente emerso dai lavori riguarda il ruolo fondamentale dei media nel sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulla questione saharawi. I partecipanti hanno sottolineato la necessità di rafforzare la comunicazione e la cooperazione tra i media dei paesi solidali per contrastare la disinformazione e mobilitare il sostegno globale alla causa saharawi.

Il Forum si è concluso con il ringraziamento all’Algeria, riconosciuta per il suo costante impegno a fianco delle lotte per la giustizia e l’autodeterminazione, e con l’annuncio della creazione di un comitato di coordinamento che, come riferito dall’ambasciatore sudafricano in Algeria, Ndumiso Ntshinga, si riunirà a breve per tradurre le raccomandazioni del Forum in iniziative concrete.

Infine, l’ambasciatore della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) in Algeria, Khatri Addouh, ha ribadito con fermezza che qualsiasi soluzione che non contempli un referendum di autodeterminazione – in linea con le risoluzioni ONU – è da considerarsi priva di legittimità e inaccettabile.

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