Madrid, 24 luglio 2025 – Due importanti organizzazioni spagnole, attive nella difesa dei diritti dei consumatori e degli agricoltori, hanno presentato una denuncia congiunta contro una società agroalimentare franco-marocchina, accusata di commercializzare pomodori coltivati nei territori occupati del Sahara Occidentale come se fossero di origine marocchina. La denuncia è stata depositata presso la Direzione Generale per gli Affari dei Consumatori del Ministero dei Diritti Sociali, del Consumo e dell'Agenda 2030.
A promuovere l’iniziativa sono la Confederación de Consumidores y Usuarios (CECU) e la Coordinadora de Organizaciones de Agricultores y Ganaderos (COAG), che segnalano gravi irregolarità nell’etichettatura dei pomodorini venduti in vari supermercati spagnoli. Le organizzazioni denunciano quella che definiscono una "pratica commerciale ingannevole", in violazione del diritto dei consumatori a ricevere informazioni trasparenti e corrette sull’origine dei prodotti.
"Come consumatori, abbiamo il diritto di sapere da dove proviene realmente il cibo che acquistiamo, soprattutto quando proviene da un territorio occupato come il Sahara Occidentale", ha dichiarato Eduardo Montero, portavoce della CECU.
Il COAG, da parte sua, ha espresso preoccupazione anche per le ripercussioni economiche di queste pratiche, che penalizzano i produttori agricoli locali spagnoli.
"Questa situazione danneggia sia i consumatori che i produttori locali e non può continuare a essere tollerata", ha aggiunto Andrés Góngora, rappresentante dell’organizzazione.
Il richiamo della Corte di Giustizia dell’UE:
La denuncia arriva a pochi mesi da una sentenza chiave della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE), che nell’ottobre 2024 ha stabilito che i prodotti agricoli importati dal Sahara Occidentale devono indicarne chiaramente l’origine, distinguendola da quella marocchina.
"In quanto prodotti importati nell'Unione Europea, i meloni e i pomodori raccolti nel Sahara Occidentale devono indicare il loro Paese di origine in conformità alla normativa UE", ha chiarito la Corte, sottolineando che l’etichettatura deve essere veritiera e non fuorviante.
La CGUE ha inoltre ribadito che, secondo il diritto internazionale, il Sahara Occidentale possiede uno status distinto e separato dal Marocco, richiamando alla piena applicazione delle norme europee sul commercio e sulla tracciabilità.
Il commento del Fronte Polisario:
Sulla vicenda è intervenuto anche Abdellah Arabi, rappresentante del Fronte Polisario in Spagna, che ha denunciato il perpetuarsi di queste pratiche fraudolente.
"Si tratta di un problema di lunga data che colpisce in particolare gli agricoltori europei e spagnoli. I pomodorini in questione provengono chiaramente dai territori occupati del Sahara Occidentale, non dal Marocco", ha dichiarato.
CECU e COAG chiedono ora alle autorità spagnole ed europee di rafforzare i controlli, applicare sanzioni e garantire il rispetto delle sentenze europee, al fine di porre fine a un sistema che – secondo le due organizzazioni – contribuisce a legittimare l’occupazione illegale del Sahara Occidentale e a ingannare deliberatamente i consumatori europei.
