Campi profughi saharawi, 18 marzo 2025 - L'Associazione delle Famiglie dei Prigionieri e degli Scomparsi Saharawi (AFAPREDESA) ha rilasciato una ferma condanna in seguito all'espulsione da parte delle autorità di occupazione marocchine di una delegazione di giuristi spagnoli intenzionata a monitorare la situazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale. L'associazione ha inoltre espresso profonda critica verso la "passività della comunità internazionale", percepita come un "abbandono" del popolo saharawi di fronte alle continue violazioni.
In un comunicato stampa, AFAPREDESA ha dichiarato: "L'Associazione delle Famiglie dei Prigionieri e degli Scomparsi Saharawi (AFAPREDESA) condanna con la massima fermezza l'espulsione della delegazione tecnica e giuridica, incaricata dal Consiglio Generale dell'Ordine degli Avvocati Spagnolo, a cui le autorità marocchine hanno impedito l'ingresso ad El Aaiun, capitale del Sahara Occidentale occupato."
La delegazione, composta dagli avvocati Dolores Travieso Darias e Flora Moreno Ramos, insieme all'esperto Silvestre Suarez Fernandez, aveva programmato una missione di osservazione dal 15 al 18 marzo 2025. Tuttavia, al loro arrivo all'aeroporto di El Aaiun, è stato impedito loro di sbarcare dall'aereo.
AFAPREDESA ha manifestato la sua "piena solidarietà all'Associazione Internazionale dei Giuristi per il Sahara Occidentale (IAJUWS) e ai membri della delegazione, le giuriste Dolores Travieso Darias e Flora Marrero Ramos, nonché al tecnico Silvestre Suarez Fernandez, ai quali è stato negato di documentare le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate contro il popolo saharawi, di incontrare le famiglie dei desaparecidos e dei prigionieri politici e di analizzare il sistematico saccheggio delle risorse naturali sotto l'illegale occupazione del Marocco."
Per AFAPREDESA, questo episodio rappresenta "una nuova aggressione che riflette la politica sistematica del Regno del Marocco volta a silenziare la verità e a perpetuare l'impunità nei territori occupati." L'associazione saharawi ha espresso un "profondo rammarico" per il fatto che la Spagna, in quanto potenza amministratrice de jure del Sahara Occidentale, così come l'Unione Europea (UE) e le Nazioni Unite, pur essendo state preventivamente informate della missione, "non abbiano adottato misure efficaci per garantirne la realizzazione".
"Questa inazione – ha sottolineato l'Associazione – costituisce un tradimento dei loro obblighi derivanti dal diritto internazionale e un abbandono del popolo saharawi, che continua a subire detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate e repressioni sotto il regime marocchino."
AFAPREDESA ha inoltre evidenziato come "la passività della comunità internazionale abbia permesso al Marocco di trasformare il Sahara Occidentale nel territorio più militarizzato del pianeta, con oltre 200.000 soldati delle Forze Armate Reali (FAR) e almeno 100.000 agenti delle forze repressive (Gendarmeria Reale, Forze Ausiliarie, Polizia e servizi segreti)".
L'associazione ha lanciato un allarme sull'escalation dei crimini di guerra commessi dall'occupante marocchino, segnalando che 127 civili saharawi sono stati uccisi da attacchi di droni nei territori saharawi liberati in seguito alla rottura del cessate il fuoco nel novembre 2020.
Infine, AFAPREDESA ha denunciato il reiterato disprezzo del Marocco per le decisioni delle Nazioni Unite, citando il parere del Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria, che sollecita il rilascio immediato e incondizionato dei prigionieri politici saharawi, e le risoluzioni del Comitato contro la tortura, che condannano l'uso sistematico della tortura nei confronti dei detenuti saharawi.