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Sahara Occidentale: Escalation della repressione marocchina e blocco dell'informazione



Sahara occidentale, 22 febbraio 2025 - Dall'inizio del 2025, le autorità marocchine hanno intensificato la loro morsa sul Sahara Occidentale occupato, implementando una strategia di repressione che mira a soffocare ogni voce di dissenso e a isolare il territorio dal controllo internazionale. Nonostante la documentazione sistematica delle violazioni dei diritti umani da parte delle ONG internazionali, il Marocco continua a negare l'accesso a osservatori stranieri e organizzazioni indipendenti, perpetuando un clima di terrore e impunità.

L'Espulsione dei Deputati Europei: Un Atto di Sfida all'UE:

L'ultimo episodio di questa politica repressiva si è verificato giovedì scorso, quando tre deputati europei sono stati brutalmente respinti all'arrivo a Laayoune, nella zona occupata del Sahara Occidentale. Con il pretesto di non possedere un permesso, le autorità marocchine hanno impedito ai parlamentari di svolgere la loro missione di indagine sulle violazioni dei diritti umani e sullo sfruttamento illegale delle risorse saharawi. Questo atto di sfida all'Unione Europea ha suscitato indignazione e condanna da parte di organizzazioni politiche e per i diritti umani in tutto il mondo.

Reazioni Internazionali e Denunce delle Organizzazioni Saharawi:

Il Fronte Polisario ha denunciato con forza questo divieto, definendolo un'ulteriore prova della politica di "lockdown" imposta dal Marocco per nascondere gli abusi commessi contro il popolo saharawi. Il Fronte ha inoltre sollecitato l'Unione Europea a presentare una denuncia formale contro il Marocco e ad adottare misure concrete per garantire la libera circolazione dei suoi rappresentanti nel territorio.

Il Collettivo dei difensori saharawi dei diritti umani nel Sahara occidentale (CODESA) ha condannato fermamente l'espulsione dei deputati europei, sottolineando che il Marocco sta cercando di mantenere un blocco totale dell'informazione sulla regione. CODESA ha inoltre denunciato la recente espulsione del giornalista spagnolo Asier Aldia Esnaola e della blogger ispano-svizzera Ramila de Aventura, arrestati all'aeroporto di Casablanca e rimpatriati in Spagna. Secondo CODESA, i due giornalisti avevano in programma di incontrare la famiglia dell'attivista saharawi scomparso Lahbib Agrichi, presunta vittima di rapimento e omicidio da parte delle forze di occupazione marocchine.

La Commissione per i diritti umani saharawi ha denunciato la politica sistematica del Marocco di impedire l'accesso agli osservatori internazionali, evidenziando l'obiettivo di nascondere la realtà dell'occupazione e della repressione. L'organizzazione ha inoltre criticato l'impunità di cui gode il Marocco, denunciando la continua repressione di ogni voce saharawi che rivendichi libertà, dignità e indipendenza.

L'Associazione della gioventù saharawi in Francia ha chiesto la revoca immediata del blocco imposto ai territori occupati, sottoposti a una stretta sorveglianza militare e di sicurezza. L'associazione ha denunciato i tentativi del Marocco di nascondere la verità sulla situazione nella regione e ha condannato il divieto di ingresso imposto ai parlamentari europei.

Ostacoli al Monitoraggio Indipendente e Restrizioni alla Libertà di Stampa:

Organizzazioni internazionali per i diritti umani come Human Rights Watch e Amnesty International hanno ripetutamente denunciato gli ostacoli al monitoraggio indipendente nel Sahara Occidentale. Secondo i loro rapporti, dal 2014 sono state espulse dal territorio oltre 300 persone provenienti da 21 paesi, con la Norvegia e la Spagna in testa alla lista.

Il Carter Center ha segnalato un'intensificazione delle persecuzioni contro i difensori dei diritti umani, mentre Free Press Unlimited ha evidenziato gravi restrizioni alla libertà di stampa, impedendo ai giornalisti di svolgere il loro lavoro di informazione sul campo.

Divieto di Attività per le ONG Internazionali:

La politica repressiva del Marocco non si limita all'espulsione di osservatori e giornalisti, ma si estende anche al divieto di attività per diverse ONG internazionali. Free Press Unlimited ha riferito che a sette organizzazioni, tra cui Avocats sans Frontières (Belgio) e Friedrich Naumann Stiftung (Germania), è stato impedito di operare nel Sahara Occidentale.

Appello alla Comunità Internazionale:

Di fronte a questa situazione allarmante, le organizzazioni saharawi chiedono alla comunità internazionale di intensificare il suo sostegno al diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi. Sottolineano l'importanza di aumentare le visite e le indagini internazionali per documentare la realtà sul campo e contrastare la strategia marocchina di soffocare l'informazione.

Il divieto di visite nel Sahara Occidentale dimostra la determinazione del Marocco a soffocare ogni voce di dissenso e a mantenere un rigido blocco dell'informazione. Tuttavia, questa strategia si sta rivelando controproducente, alimentando ulteriormente la mobilitazione a favore del popolo saharawi e della sua lotta per la libertà e l'indipendenza.

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