Campi profughi saharawi, 24 gennaio 2025 - Il Rappresentante del Fronte Polisario presso la Svizzera, le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali a Ginevra, Oubbi Bouchraya, ha illustrato, durante un seminario intitolato “Il percorso del contenzioso nei tribunali europei: obiettivi, risultati e prospettive”, le tappe fondamentali della battaglia legale per il Sahara Occidentale. Questo percorso, articolato in diverse fasi, si è rivelato cruciale per affermare il diritto del popolo Saharawi alla sovranità sulla propria terra e sulle sue risorse, aprendo la strada a importanti sviluppi per la causa.
Oubbi ha posto l'accento sulle decisioni della Corte di Giustizia Europea, pietre miliari che fungono da riferimento giuridico inequivocabile. Tali sentenze confermano la distinzione tra il Sahara Occidentale e il Marocco, ribadendo la sovranità del popolo Saharawi e il suo diritto all'autodeterminazione. Inoltre, riconoscono il Fronte Polisario come legittimo rappresentante del popolo Saharawi, sancendo la necessità del suo consenso per qualsiasi accordo concernente il territorio del Sahara Occidentale.
In particolare, Oubbi ha evidenziato come una recente decisione della Corte abbia definitivamente chiarito la questione della sovranità e dello status giuridico del territorio, negando qualsiasi diritto di sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale e riconoscendo il popolo Saharawi come unico detentore del diritto all'autodeterminazione.
Le sentenze della Corte, soprattutto l'ultima, rappresentano una risposta concreta alle posizioni politiche di alcuni paesi europei, tra cui la Francia, che con il loro sostegno alla tesi coloniale del Marocco ostacolavano il riconoscimento dei diritti del popolo Saharawi. La negazione della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale priva di fondamento giuridico le attività delle imprese complici nello sfruttamento delle risorse del territorio, mettendo a rischio le loro operazioni illegali.
Oubbi ha sottolineato l'importanza di affiancare alla vittoria legale un forte sostegno politico, coinvolgendo attivamente attivisti e sindacati solidali. Ha precisato che il popolo Saharawi non si oppone agli interessi europei, a condizione che vengano rispettati i suoi diritti fondamentali. L'ambasciatore ha ribadito che la forza e l'unità del popolo Saharawi e la sua capacità di influenzare gli equilibri di potere rimangono elementi chiave per il futuro.
Inoltre, Oubbi ha descritto il Marocco come uno "stato funzionale" al servizio di agende straniere. Ripercorrendo le diverse fasi storiche, dalla Guerra Fredda alla lotta al terrorismo fino alla normalizzazione con Israele, ha evidenziato come il Marocco si sia sempre offerto come strumento per l'attuazione di programmi esterni, traendone vantaggi per i propri interessi.
Oubbi ha spiegato come, per la monarchia marocchina, l'occupazione del Sahara Occidentale sia diventata una questione cruciale per la propria legittimità, soprattutto dopo i tentativi di rovesciamento del regime. L'occupazione ha permesso di compattare l'esercito e creare una mobilitazione nazionale attorno al concetto di "integrità territoriale". Secondo Oubbi, il Marocco non ha alcuna intenzione di trovare una soluzione equa e continua a manovrare per guadagnare tempo.
Infine, Oubbi ha approfondito il concetto di riconoscimento, congelamento e ritiro del riconoscimento nel diritto internazionale, spiegando il significato di ciascun termine. Al termine della presentazione, si è aperto un ampio dibattito con i partecipanti, durante il quale Oubbi ha risposto alle loro domande.