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Marocco: crescente repressione espulsione di attivisti stranieri dal Sahara Occidentale occupato

Sahara occidentale, 5 novembre 2024 - In una serie di incidenti in rapida escalation, le autorità marocchine hanno deportato con la forza due attivisti norvegesi dal Sahara Occidentale occupato.

Maja Rønningsbakk e Kevin Fossnes sono stati arrestati ed espulsi lunedì pomeriggio dopo aver incontrato i difensori dei diritti umani saharawi nella città occupata di El Aaiun. Ciò segue la deportazione di altri due cittadini norvegesi avvenuta solo un giorno prima, evidenziando la crescente tensione che circonda i progetti di energia rinnovabile del Marocco nel territorio occupato.

Gli attivisti norvegesi, che rappresentano il comitato giovanile del sindacato norvegese Styrke, si erano recati nel Sahara Occidentale per indagare sui controversi progetti di energia verde del Marocco. Questi progetti, guidati da aziende come Siemens Gamesa, fanno parte della spinta del Marocco per sviluppare infrastrutture di energia eolica e solare nel Sahara Occidentale occupato.

Le recenti deportazioni sottolineano la crescente preoccupazione internazionale per l'approccio del Marocco alle risorse del Sahara Occidentale. I progetti energetici del Marocco, sostenuti da aziende internazionali e accordi bilaterali, sfruttano le risorse della regione senza il consenso del popolo saharawi e del suo legittimo rappresentante, il Fronte Polisario.

La Corte di giustizia europea ha recentemente stabilito che gli accordi commerciali dell'UE con il Marocco non possono essere applicati al Sahara occidentale senza il consenso del popolo saharawi, sottolineando l'importanza del loro diritto all'autodeterminazione.

Ingeborg Sævik Heltne, ricercatrice presso il Norwegian Council for Africa, deportata sabato scorso, ha avvertito che la repressione del Marocco nei confronti degli osservatori stranieri segnala un disprezzo per le norme legali internazionali. "Finché i Sahrawi non potranno avere voce in capitolo nei progetti climatici del Marocco, ciò dovrebbe far suonare campanelli d'allarme per stati e aziende. Non solo è sbagliato sostenere l'occupazione, ma gli accordi con il Marocco sono anche su un terreno legale traballante se il diritto all'autodeterminazione del popolo Sahrawi non viene rispettato", ha affermato.

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