Lipsia (Germania), 13 novembre 2024 - La comunità accademica internazionale ha rivolto nuovamente lo sguardo verso il Sahara Occidentale. L’Istituto Orientale dell’Università di Lipsia ha ospitato una conferenza di grande rilievo, focalizzata sulla drammatica situazione dei diritti umani nel territorio occupato e sulle nuove forme di colonialismo che vi si stanno affermando.
Al centro dell’incontro, l’intervento dell’attivista e ricercatrice Isabel Lorenzo, che ha offerto un quadro allarmante della realtà vissuta dai civili saharawi. La Lorenzo, legata al Center for African Studies dell’Università di Porto, ha denunciato le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dalle autorità marocchine nelle città occupate. Arresti arbitrari, torture, detenzioni prolungate e un clima di costante intimidazione sono la triste quotidianità dei saharawi, compresi bambini, donne e anziani.
Un focus particolare è stato dedicato alla condizione del gruppo Gdeim Izik, un simbolo della resistenza pacifica saharawi, i cui membri sono detenuti in condizioni disumane nelle carceri marocchine. La ricercatora portoghese ha sottolineato come le autorità occupanti stiano attuando una strategia mirata a privare i saharawi della loro identità, attraverso la repressione culturale e l’assimilazione forzata.
La conferenza ha inoltre affrontato la precaria situazione umanitaria nei campi profughi saharawi, dove migliaia di persone vivono in condizioni estremamente difficili, completamente dipendenti dagli aiuti internazionali. Il progressivo declino del sostegno alla causa saharawi e la crescente indifferenza della comunità internazionale sono stati al centro del dibattito, sollevando interrogativi sulla responsabilità morale delle nazioni di fronte a una crisi umanitaria dimenticata.
La conferenza di Lipsia rappresenta un importante segnale di attenzione verso la questione saharawi, dimostrando che la lotta per l’autodeterminazione del popolo saharawi continua a riscuotere interesse a livello globale.