Algeri, 20 giugno 2024 - L'attivista sahrawi per i diritti umani Ali Salem Tamek dipinge un quadro fosco della situazione nel Sahara Occidentale occupato, denunciando un'escalation di violazioni da parte del Marocco e l'incapacità della comunità internazionale di intervenire.
Tamek, presidente del Collettivo dei difensori dei diritti umani Saharawi (CODESA), evidenzia l'impatto dell'assedio militare e mediatico imposto dal Marocco, che ostacola il lavoro delle missioni di monitoraggio internazionale e consente all'occupazione di agire impunemente.
Tra le violazioni più gravi, Tamek cita crimini di guerra, genocidio, sfollamenti forzati, confische di proprietà e restrizioni alle libertà fondamentali. Egli sottolinea l'aumento esponenziale di tali crimini dopo la ripresa degli scontri militari nel novembre 2020.
L'attivista pone l'accento sulla particolare vulnerabilità dei gruppi civili, vittime designate delle atrocità marocchine. Nonostante le minacce e gli ostacoli, CODESA continua a documentare e denunciare queste violazioni, informando la comunità internazionale e le organizzazioni umanitarie.
Tamek esprime seria preoccupazione per la sorte dei prigionieri sahrawi nelle carceri marocchine, detenuti per le loro opinioni politiche e per aver difeso il diritto all'autodeterminazione del loro popolo. Denuncia le condizioni disumane di detenzione e i processi ingiusti a cui sono sottoposti.
L'appello di Tamek si rivolge alle organizzazioni internazionali, all'Unione Africana e all'Unione Europea, affinché esercitino pressioni sul Marocco per il rispetto del diritto internazionale e l'autodeterminazione del popolo Saharawi. Invita inoltre il Consiglio di Sicurezza a garantire protezione alla popolazione sahrawi.
In conclusione, Tamek elogia il sostegno "storico e fermo" dell'Algeria alla causa sahrawi, definendola coerente con i suoi principi di giustizia e libertà per i popoli oppressi del mondo.